«Nessun allarme sanitario» la rassicurazione dell’Asl
ERACLEA. Altri 36 migranti al residence di via dei Pioppi a Eraclea Mare, è emergenza nella località turistica alle prese con un più che mai difficile abbrivio di stagione. Adesso siamo a circa 140 con l’ultimo arrivo che comprende anche le prime 9 donne. Tutti ragazzi sui 20 anni provenienti dall’Africa sub-sahariana monitorati con un accurato screening dal dipartimento prevenzione dell’Asl 10. Il sindaco, Giorgio Talon, si rivolge alla prefettura per delle proposte alternative: «Possiamo prendere in considerazione il trasferimento alla ex caserma di Ca’ Turcata». E invita a protestare: «Perché nessuno scrive anche all'imprenditore che ha messo a disposizione l'immobile, Ivan Montenegro dell’immobiliare “Venezia” a Verona».
L’ex caserma è una vetusta struttura militare nell’entroterra, non certo un residence come il “Magnolia” di via dei Pioppi, dove uno dei migranti ha fatto anche un tuffo in piscina davanti agli occhi sbigottiti dei turisti. A Eraclea è iniziato l’effetto panico. Ci sono famiglie in vacanza che hanno chiamato l’Asl 10 per sapere se possono andare in spiaggia a fare il bagno, se ci sono pericoli per i bambini. I medici, tra i quali Ezio Casarin e Enzo Osti e altri infermieri, si sono dati il turno in quello che è definito un piccolo ospedale da campo. Hanno fatto lo screening, effettuato tutti i vaccini ai 140 migranti secondo i protocolli della Regione. Alcuni i casi di scabbia, poi d’infestazione da pidocchi. La situazione è sotto controllo come conferma il dirigente del dipartimento Luigi Nicolardi e il direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza: «I turisti non devono avere alcun timore per la propria salute».
Ma le polemiche si accendono. «La situazione risulterebbe di totale mancanza dei servizi essenziali igienico-sanitari», commenta Francesco Esposito di Sel, «appartamenti sporchi, niente luce, acqua per lavarsi, bagni funzionanti. Vestiario precario, addirittura scalzi. La soluzione non è certo quella della Lega e dalla destra razzista. Al contrario proprio nelle emergenze che deve venir fuori la parte migliore dei veneti».
La Lega di Giovanni Burato è critica: «Mettere sei clandestini in un locale di 40 mq è contro le normative igienico sanitarie regionali e nazionali e pertanto l'amministrazione dovrebbe usare tutti gli strumenti per chiedere una ricollocazione dei clandestini. Riteniamo inoltre opportuno che i proprietari degli immobili adiacenti, le associazioni di categoria e l’amministrazione considerino di farsi parte civile e avviare una richiesta per danno d'immagine ed erariale alle proprietà che hanno messo a disposizione gli alloggi».
Si alza anche la voce di Graziano Teso, ex sindaco e capogruppo all'opposizione: «Ci vuole fermezza, qui possono arrivare fino a 400 persone, Il Comune deve sapere se ne arriveranno ancora e quanto staranno oltre che battersi perché non accada più».
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