«Nessun abuso edilizio nella canonica»
L’Hotel Tintoretto replica al Gruppo 25 Aprile che accusava di aver effettuato lavori non autorizzati
«Gravi inesattezze sono state dette e scritte dall’Associazione 25 Aprile sulla canonica di Santa Fosca: non sussiste alcun abuso edilizio che sia stato commesso dall’Hotel Tintoretto o dalla Curia patriarcale. Non è stata presentata alcuna domanda di cambio di destinazione d’uso e gli interventi eseguiti sono stati autorizzati e sono conformi a legge». A parlare è l’avvocato Andrea Cimino legale dell’Hotel Tintoretto, accusato dal Gruppo di aver realizzato dei lavori, senza permesso, all’interno della canonica presa in affitto dal Patriarcato. «L’accordo siglato dall’Hotel Tintoretto è trasparente essendo volto a consentire il recupero di un immobile (la canonica) in stato di abbandono e con problemi statici che ne impedivano l’utilizzo. La contropartita è la messa in sicurezza, ad esclusiva cura e spese dell’Hotel, della chiesa di Santa Fosca attraverso interventi sul timpano, di adeguamento statico e consolidamento delle carpenterie lignee danneggiate dall’infiltrazione di acqua piovana dal manto di copertura».
Non si fa attendere la replica del Gruppo 25 Aprile che fa notare: «Se l’accordo siglato è “trasparente” come affermato, nulla ne impedisce la divulgazione, unica risposta in grado di dissipare i nostri dubbi. La messa in sicurezza non vuol dire restauro. Se questa fosse l’unica contropartita per la cessione della canonica sarebbe lecito dubitare della convenienza dell’accordo. Prendendo in parola la promessa di trasparenza, chiediamo di conoscere l’importo dell’affitto per la canonica. Di quanto documentato siamo pronti a rispondere in tutte le sedi. Abbiamo documentato dei fatti di interesse generale, la cui qualificazione giuridica spetta ad altri. Delle modifiche edilizie intervenute risponderà eventualmente chi le ha realizzate e non il Patriarcato, a cui non abbiamo mosso critiche o rilievi», conclude il Gruppo 25 Aprile.
(c.m.)
Argomenti:abusi edilizi
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