Neonata morta trovata nell'immondizia, indagini nelle scuole

Circolare ai presidi ma senza le polemiche scoppiate in Toscana: «Segnalate abbandoni scolastici o assenze delle ragazze» 
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI PIAVE - L'AZIENDA ECOPATE' DOVE E' STATO RINVENUTO IL CORPO DELLA NEONATA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI PIAVE - L'AZIENDA ECOPATE' DOVE E' STATO RINVENUTO IL CORPO DELLA NEONATA

VENEZIA. Anche a Venezia l’ufficio scolastico provinciale ha chiesto informazioni su prolungate assenze o abbandoni scolastici delle studentesse - in relazione alla neonata trovata morta lo scorso 4 novembre alla Ecopatè di Musile di Piave - ma in modo più garbato e per questo senza sollevare la levata di scusi dei dirigenti scolastici, come è successo in Toscana. E’ di ieri la notizia dei presidi andati in fibrillazione per una e-mail nella quale si chiede loro di segnalare eventuali situazioni di gravidanza da parte delle studentesse.

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COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI PIAVE - L'AZIENDA ECOPATE' DOVE E' STATO RINVENUTO IL CORPO DELLA NEONATA

Richiesta riconducibile proprio all’inchiesta della procura di Venezia in seguito al ritrovamento del corpicino della neonata senza vita nell’azienda che raccoglie rifiuti da tutto il Nord Italia, compresa la Toscana. Una richiesta di informazioni trovata inopportuna da molti dirigenti scolastici. Nella e-mail, riservata, l’Ufficio regionale scolastico della Toscana chiede se «si siano verificati, da parte di studentesse, casi di abbandoni o assenze di rilievo o altre situazioni (interventi, ricoveri, ecc) che possano aver indotto a ritenere trattarsi di gravidanze (magari celate) nel primo caso oppure postumi da parto nel secondo». Una richiesta nei confronti della quale anche il Miur ha espresso disappunto: per le modalità e il linguaggio usato nella richiesta inviata ai presidi. Nelle settimane scorse, nel corso delle indagini dei carabinieri per ricostruire la storia di quella neonata, anche i dirigenti scolastici del Veneziano erano stati invitati a fornire informazioni, ma con modalità e linguaggio diversi, tanto che molti dirigenti scolastici neppure avevano inteso che quella richiesta di informazioni fosse riconducibile al ritrovamento di quel corpicino a Musile. In realtà la prima comunicazione ai dirigenti scolastici, lo scorso 8 novembre, è stata formulata direttamente dai carabinieri del Comando della Compagnia di San Donà, che avevano scritto ai dirigenti degli istituti del Veneto orientale per chiedere di «verificare se vi siano stati abbandoni scolastici dall’inizio dell’anno o numerose assenze da parte di giovani ragazze».

Un testo letteralmente ripreso nella circolare con oggetto “Verifica abbandoni scolastici” inviata il 15 novembre dall’ufficio scolastico provinciale di via Muratori a Mestre, firmato dal dirigente vicario Carmine Giliberti. Nella circolare i presidi erano invitati a comunicare eventuali riscontri positivi entro il 20 novembre, con la preghiera di «allegare eventuale documentazione a riguardo con le complete generalità della studentessa». Segnalazioni, però, non ne sarebbero arrivate. «Non ci è sembrata una richiesta istituzionalmente sgarbata», spiega un preside, «anche perché avevamo capito che serviva a cercare di capire chi potesse aver abbandonato quel corpicino». «Nel testo si faceva riferimento a un’indagine dei carabinieri», racconta un altro dirigente, «ma io non avevo fatto un collegamento diretto con il ritrovamento di Musile. E come me molti colleghi che solo ieri hanno associato i due fatti».

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