Nelle scuole venete tetto agli stranieri: «Non più del 30%»

Dal 2018-19 limite nelle classi. «Così sarà vera integrazione». Abbassata la soglia minima per classe: salve anche quelle delle isole lagunari
PD 14/09/2000 G.M. SCUOLA ELEMENTARE GIOVANNI 23° (EDEL)
PD 14/09/2000 G.M. SCUOLA ELEMENTARE GIOVANNI 23° (EDEL)
VENEZIA. Tetto del 30 per cento alla presenza di allievi stranieri nelle classi scolastiche del Veneto. Lo ha deciso la giunta regionale con una delibera che avrà efficacia dall'anno scolastico 2018-2019. Sul fronte delle direzioni scolastiche, gli istituti comprensivi non potranno avere più di 1.400 allievi. Previsto anche lo stop alla chiusura delle scuole in montagna.
 
La Giunta regionale del Veneto ha approvato i criteri-guida per dimensionare la rete delle scuole e organizzare l'offerta formativa nel territorio della regione per il prossimo anno scolastico 2018-19. Il piano di dimensionamento della scuola veneta per il 2018-19 prevede, che pur in quadro numerico di iscrizioni decrescenti per effetto del calo delle nascite, nessun plesso di montagna venga chiuso; nessuna chiusura neanche nelle aree a bassa densità demografica, come laguna e Delta del Po. Il ricorso alla flessibilità in deroga al limite minimo di alunni iscritti e le compensazioni tra scuole a livello provinciale consentiranno alle scuole dei piccoli comuni montani e delle isole di istituire classi anche di soli 10 alunni.
 
Le direzioni seguiranno invece un criteri di razionalizzazione: non meno di 600 alunni per istituzione scolastica (soglia che si abbassa a 400 per le aree montane e ad analoga fragilità demografica e territoriale), con livello tendenziale assestato attorno ai 900 iscritti e con la possibilità di raggiungere anche i 1200 o 1400 iscritti per gli istituti comprensivi nelle aree metropolitane o quelli di secondo grado che prevedano laboratori, officine e beni strutturali di alto valore tecnologico o artistico.
 
Nella composizione delle classi la presenza degli alunni stranieri non dovrà superare il 30 per cento «al fine di garantire la possibilità di una vera integrazione», commenta l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan. Alcune possibilità di deroga sono previste a favore degli alunni stranieri nati in Italia o per ragioni di continuità didattica o di organizzazione della scuola. Anche la presenza di Centri per l'istruzione adulti (Cpia) viene limitata al numero di sette, uno per ogni provincia.
 
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