Nella struttura subito 4500 dosi di vaccino
I primi farmaci glieli ha somministrati la mamma infermiera. Poi il piccolo Moritz è stato curato a San Donà domenica sera. La mamma si è rivolta all’ospedale di San Donà dove il personale del Pronto soccorso e di Pediatria ha subito iniziato la cura specifica, purtroppo senza successo. Nella notte è avvenuto il decesso. Ai familiari del bambino sono stati consegnati i farmaci per la profilassi durante la loro permanenza al Pronto soccorso di San Donà, mentre per i contatti all’interno del campeggio, una trentina di persone, ha provveduto il personale del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 12, allertato dai colleghi dell’Asl 10.
«Si tratta purtroppo di un caso sporadico letale di meningite meningococcica che, seppur raramente, si può verificare», ha precisato il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 10, Luigi Nicolardi, «la possibilità di contagio è estremamente remota. La permanenza del bambino in una struttura all’aperto come il campeggio limita molto la trasmissione del batterio ai familiari e alle persone vicine. Inoltre i tempestivi interventi di prevenzione attraverso la somministrazione dei farmaci ai contatti, riducono ulteriormente il rischio di malattia». Partita l’indagine epidemiologica, nella struttura turistica sono stati inviati medici e vaccini, in totale 4.500 tra le Asl 10 e 12. È stata subito avviata l'indagine epidemiologica per ricostruire i possibili contatti a rischio avuti nei giorni precedenti dal bimbo tedesco tenendo anche presente che i camping, come gli hotel, in questo periodo dell'anno sono un viavai di turisti. Al Ca’ Pasquali circa 1.200.
Per fare informazione e supportare i turisti allarmati il personale medico è rimasto nel camping di Cavallino-Treporti dando luogo ad una trentina di casi di profilassi.
«Preferiamo non commentare», hanno dichiarato dalla direzione del camping, «abbiamo dato il massimo supporto alla famiglia e attuato tutte le prescrizioni per la profilassi necessaria in questi casi per mettere in sicurezza i nostri ospiti».
Ma come ha ribadito il dottor Luigi Nicolardi dell’Asl 10 è molto difficile il contagio, la trasmissione del batterio, in una struttura all’aria aperta. La direzione del camping ha subito collaborato con le autorità sanitarie, oltre che con la famiglia tedesca colpita dalla tragedia.(g.ca.-f.mac.)
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