Nella classifica dei nomi veneziani Lorenzo e Giulia al top

Per i neonati del 2012 sono piaciuti molto anche Mattia ed Emma, sparita Maria. Venezia anticipa la moda con Linda e Leone, inflazione di Andrea Vianello

Venezia anticipa la moda dei nomi più in voga nei prossimi anni, assicurando una repentina ascesa per Linda, Mia ed Isabella per le bambine, Leone, Tobia ed Elia per i maschi, che presto scaleranno la classifica del 2012 pubblicata in pagina. I dati rilasciati dall’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), in linea con quelli dell’Istat sull’andamento dei nomi nel 2012, sono stati analizzati dal linguista Enzo Caffarelli. Tradizione? Addio sicuramente per i nomi che richiamano le figure religiose. Nomi come Maria, Anna e Francesca, in testa per quanto riguarda le attuali residenti, per le neonate sono snobbati, se non per Anna che mantiene almeno la sesta posizione nella top ten. Le nuove bambine veneziane si chiamano Giulia, Emma e Sara, seguite a pari merito da Aurora e Sofia.

Per gli uomini i nomi tradizionali Andrea, Marco ed Alessandro (ai primi tre posti in quanto a residenti) non scompaiono, ma scendono rispettivamente al quarto, nono e quinto posto per lasciare spazio ai più richiesti Lorenzo, Mattia e Matteo. Stessa sorte per il venezianissimo Alvise, variante di Luigi. Nonostante sia stato dato a 16 bambini nati nel 2012 e la ricerca lo dia in sicuro aumento, non spicca sugli 816 attuali residenti. Spariscono completamente Paola e Roberto.

Singolari e non presenti nelle altre città i nomi Matilde e Margherita per le piccole. «Il ramo della linguistica che studia i nomi propri», spiega la ricercatrice di linguistica all’Università di Padova, la veneziana Elena Triantafillis, «è più legato alla cultura che all’evoluzione grammaticale della parola perché il nome proprio non designa un concetto, ma una persona fisica».

Il primo dato che colpisce è che si registra una tendenza complessiva ad abbandonare i nomi legati a una tradizione religiosa: «Anche Anna è un nome religioso», prosegue, «ma Maria è più connotato e forse si percepisce come obsoleto, come dimostra per esempio con evidenza la scomparsa dei nomi Gennaro, Concetta e Assunta a Napoli».

Le ragioni culturali si vedono anche per i nomi dei figli degli immigrati, anche se guardando i grandi numeri non si comprendono a volte fenomeni più circoscritti: «Soprattutto nella comunità cinese», continua la linguista, «si assiste a un comportamento molto significativo. Si tiene il nome di battesimo cinese, ma chi è in contatto con il pubblico spesso si dà un nome italiano per favorire l’accettazione e l’integrazione».

Un dato curioso che fa riflettere è che proprio a Venezia non ci sia un numero considerevole di nomi considerati tradizionali come Alvise o Marco: «Dato che i veneziani spesso dicono di sentirsi espropriati della proprio identità dal flusso turistico, mi sarei attesa che alcuni nomi che storicamente sono portatori di venezianità fossero in aumento».

In realtà a Venezia sono spariti anche i nomi che negli anni Cinquanta e Sessanta erano sulla cresta dell’onda come Alessandra, Claudia, Sabrina.«Bisogna tenere presente il ruolo del cinema in quel periodo», precisa la ricercatrice, «che non ha avuto un’influenza così incisiva come a Roma».

La ricerca si è soffermata anche a contare i nomi più diffusi di sindaci di comuni con oltre 10 mila abitanti: il primato va a Giuseppe, mentre di Giorgio come il nostro Orsoni ce ne sono 14 (22° posto) in Italia, ma 2066 a Venezia (10° posto tra i nomi maschili del Comune). E i Mario Rossi che fine hanno fatto? A Venezia combianando il nome e cognome più diffusi ecco Andrea Vianello. «L’influenza culturale è decisiva per la scelta dei nomi – conclude la Triantafillis – poiché facciamo sempre parte di una comunità».

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