«Nel vuoto di potere Confindustria Venezia si dimostri leader»
L’inchiesta sul Mose? «Ad oggi nessuna impresa associata a Confindustria Venezia risulta coinvolta». In ogni caso, qualora emergessero comportamenti illeciti imputabili ad aziende iscritte, «siamo pronti a fare la nostra parte in base a quanto espresso in maniera chiara e netta dal Nuovo codice di comportamento etico che abbiamo recentemente approvato». A un anno dalla sua nomina, Matteo Zoppas, presidente dell’associazione che raduna 1.384 industriali veneziani, analizza i risultati di questa prima parte di mandato affrontando subito di petto la questione più scottante, il Mose, ed analizzando risultati raggiunti e gli obiettivi prefissati.
Lo scandalo Mose. «Le aziende veneziane», spiega preoccupato Zoppas nella sua relazione all’assemble privata di giovedì, «nonostante le zavorre del sistema in cui operano, continuano a combattere una battaglia quotidiana per sopravvivere e conquistare nuovi spazi di attività, in Italia e all’estero, creando valore e ricchezza per il nostro territorio. I gravi fatti delle ultime settimane, rischiano di minare questo nostro patrimonio. Nel caso in cui dalle indagini emergessero comportamenti illeciti imputabili a nostri associati, applicheremo subito il Codice etico che prevede il rigoroso rispetto della legalità disciplinando decadenza e sospensione dalle cariche associative e da incarichi esterni, prevedendo la giusta sanzione nelle ipotesi di reati contro la Pubblica amministrazione. Chi sbaglia è fuori ed è giusto che paghi. Su questo non vi sono e non vi saranno né dubbi né esitazioni».
Ripresa lontana. In ogni caso, in questo anno l’uscita dal tunnel della crisi non c’è stata. «Purtroppo», commenta il presidente di Confindustria Venezia, «anche la prima metà del 2014, dopo cinque anni di grave crisi, non ha rappresentato quella svolta che era nei nostri auspici. Dobbiamo lottare perché siano avviate con urgenza almeno la riforma del mercato del lavoro, la riduzione del cuneo fiscale e la semplificazione burocratica, che rappresentano il minimo per ritrovare la competitività necessaria al rilancio dell’economia».
Sinergie. Matteo Zoppas rivendica il lavoro fatto per creare sinergie con le realtà presenti sul territorio. In particolare, «abbiamo dato vita a “cantieri” finalizzati a conseguire opportunità e vantaggi: come quello con i principali istituti di credito per la valutazione degli asset intangibili nel processo di attribuzione del rating aziendale e il cantiere con i comuni di Quarto d’Altino e di Roncade e con l’Università Ca’ Foscari per la creazione di una business community a burocrazia snella».
Nuove responsabilità. Per Confindustria Venezia, comunque, è giunto il momento di coprire un vuoto di rappresentanza dovuto a più fattori. «Le note vicende del Comune di Venezia», sottolinea il presidente, «il venir meno della Provincia e la riorganizzazione del sistema camerale, ci impongono un ruolo di primo piano nella governance locale. Siamo chiamati ancora più di prima a coprire quel vuoto di rappresentanza lasciato dalla politica e a dimostrare di essere classe dirigente per questo territorio e per il Paese».
Grandi navi. Un tema molto caro all’organizzazione è quello scottante delle grandi navi. Su questo argomento «non abbasseremo la guardia. Per la prima volta, su nostra sollecitazione, categorie e sindacati hanno fatto fronte comune in un’assemblea straordinaria. L’impasse governativa, che continua a rimandare la decisione sulla via alternativa per arrivare alla Marittima, ci ha già fatto perdere alcune navi». Se Venezia viene esclusa dalla rotta delle crociere, conclude Zoppas, «l’economia veneziana subirà un danno enorme».
Futuro. Per il futuro molto prossimo il presidente si pone due obiettivi precisi: «La possibile aggregazione con Rovigo (le rispettive assemblee hanno già approvato)e la riqualificazione dal punto di vista industriale di Porto Marghera».
Gianluca Codognato
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia