Nel telefono foto e filmati hard del coach

I genitori di una nuotatrice di 15 anni scoprono gli scatti proibiti nel cellulare e denunciano l’allenatore in procura
Quei mal di pancia prima degli allenamenti di nuoto avevano iniziato a preoccupare i genitori tanto da spingerli a sottoporla ad esami e visite mediche. Ma il responso era stato negativo: sana come un pesce. Nel maggio scorso, però, dopo quasi un anno di dubbi e perplessità, il padre e la madre, non vedendoci chiaro, hanno cercato nel cellulare della figlia una risposta alle loro apprensioni. E, analizzando di nascosto il telefonino, l’hanno trovata: nel cellulare c’erano oltre un migliaio di file e foto scambiate tra la ragazza ed il suo allenatore. Nulla di male, se non fosse che in quei file c’erano le foto della figlia nuda, numerose immagini che immortalavano l’organo genitale maschile e soprattutto dei filmati che immortalavano l’allenatore mentre si masturbava.


Ora, grazie a quelle foto, è partita un’indagine della magistratura, innescata da un querela che i genitori hanno depositato in procura a Venezia, che vuole fare luce sul rapporto, maturato in una piscina della provincia lagunare, tra la giovane promessa del nuoto, una ragazza trevigiana di 15 anni, ed il suo allenatore, un veneziano di oltre 40. Il sospetto lacerante dei genitori, denunciato alla magistratura, è che tra l’allenatore e la figlia non vi sia stato soltanto uno scambio di immagini “senza veli” (attestato dal materiale allegato alla querela) ed ancor peggio di filmati che l’allenatore avrebbe inviato alla minorenne mentre compie atti di autoerotismo, fatti già di per sè gravi, ma che tra i due vi siano stati anche rapporti sessuali. Consenzienti. Ma che diventano reato se la ragazza è minore di 16 anni. Da cosa trae origine questo sospetto? Da una foto, trovata sempre nel cellulare della ragazza, che immortala l’allenatore sorridente mentre, in auto, mostra lo stick di un test di gravidanza con, in evidenza, la scritta “negativo”. E da alcuni messaggi, scambiato tra la ragazzina ed una sua coetanea, nel quale manifesta il timore di essere incinta e delle reazioni che l’allenatore potrebbe avere avuto.


Dubbi laceranti che hanno arrovellato i due genitori fino ad indurli, dopo aver superato un comprensibile momento di smarrimento, a chiedere chiarezza alla magistratura. L’inchiesta parte da un dato concreto: gli oltre mille file intercorsi nelle conversazioni telefoniche tra l’allenatore e la nuotatrice minorenne. Il sospetto è che la vicenda non sia recente ma si trascini da oltre un anno. Lo attesterebbero anche le date delle foto trovate sul cellulare. Tutti file che sono stati salvati e consegnati agli inquirenti. Gli inquirenti li stanno analizzando e la ragazza è già stata sentita in udienza protetta. Oltre alla giovane promessa del nuoto, sono state sentite anche altre nuotatrici ma chiaramente il contenuto è top-secret. Già un anno e mezzo fa, la ragazzina aveva riferito alla madre di aver ricevuto un messaggio dall’allenatore in cui lui diceva a lei “ti voglio bene”. Ma a quel messaggio la madre, avvertita dalla figlia, non aveva dato troppa importanza. «Non rispondergli e vedrai che non te ne arriveranno più», le aveva detto, pensando più che altro ad un messaggio dal contenuto paterno, senza malizia. Poi, però, lo scambio di messaggi tra allenatore e allieva dal social network Whatsapp si è spostato a Telegram, una chat criptata, accessibile tramite una password a conoscenza solo di chi la usa e su cui si può anche impostare un sistema che permette di programmare l’auto-distruzione dei messaggi dopo un determinato intervallo di tempo. Tutto materiale ora oggetto d’indagine della magistratura.


Marco Filippi


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