Nel pub spacciavano cocaina, condannati gestore e barista
Sei anni di reclusione al titolare dell'Ikarus Pub di Salzano, Ivano Marigo, legato alla Mala del Brenta. Tre anni e otto mesi ad Alessandro Danesin
SALZANO. La cocaina era nascosta tra la cucina, il bagno e lo spogliatoio dell’Ikarus Pub di Salzano: 44 grammi di sostanza stupefacente, suddivisi in 45 dosi. Altri 53 grammi di cocaina erano stati rinvenuti a casa di Ivano Marigo, 61 anni di Scorzè, legato agli ambienti della Mala del Brenta, gestore del locale. Ai primi di giugno sia Marigo che Alessandro Danesin, 38 anni di Zero Branco (Treviso), genero di Marigo e barista all’Ikarus, erano stati arrestati in seguito al blitz congiunto dei carabinieri e della polizia locale di Venezia.
Ieri per i due imputati è stato discusso il processo in udienza preliminare con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. La gup Barbara Lancieri ha condannato Marigo a 6 anni di reclusione, mentre Danesin a 3 anni e 8 mesi. A sostenere l’accusa, il sostituto procuratore Roberto Terzo. Entrambi gli imputati erano accusati di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Il blitz era scattato all’apertura del locale, dopo che da qualche tempo il pub era sotto stretta osservazione delle forze dell’ordine che ne monitoravano le frequentazioni. C’era il sospetto che tra le tante persone che andavano all’Ikarus per bere o mangiare qualcosa, ci fosse anche chi ci andava esclusivamente per acquistare la cocaina, sapendo che là si poteva trovare lo stupefacente. Danesin aveva cercato di disfarsi di 1,4 grammi di cocaina, subito recuperati dalle forze dell’ordine. La perquisizione all’interno del pub aveva permesso di rinvenire tra la cucina, il bagno e lo spogliatoio, altri 44 grammi della stessa sostanza, stavolta suddivisa in 45 dosi. C’erano anche 1.860 euro in contanti. Soldi che per gli inquirenti erano i ricavi dello spaccio, molto frequentato dai giovani.
Le perquisizioni si erano poi estese anche alle abitazioni: in quella di Marigo erano stati rinvenuti ulteriori 53,5 grammi di cocaina, 3 grammi di hashish, un bilancino di precisione e altro materiale per il taglio e il confezionamento.
Marigo e Danesin erano finiti in carcere a Santa Maria Maggiore. Nel corso dell’udienza di convalida, Marigo aveva cercato di addossarsi tutta la colpa, scagionando il genero, il quale davanti al giudice aveva confermato che la droga fosse del padre della sua ragazza e che lui non avesse niente a che fare con quella sostanza.
Il giudice per le indagini preliminari aveva disposto al tempo il carcere per Marigo, mentre a Danesin il divieto di stare a Salzano.
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