Nel nome della madre: 120 aggiunte da luglio 2012

Tante le coppie che chiedono di trasmettere ai figli anche il cognome materno. La decisione da un anno e mezzo spetta alla prefettura che quasi sempre dice sì

MESTRE. Nel nome del padre. E della madre. Sono 120 le coppie residenti nel Veneziano che dal 10 luglio del 2012 - da quando la competenza per il cambio dei cognomi è passata totalmente alle prefetture - hanno deciso di trasmettere ai figli anche il cognome materno. Aggiungere il cognome della madre infatti in Italia è possibile, e anche piuttosto veloce, soprattutto da quando la gestione delle modifiche dei cognomi è gestita direttamente dalle prefetture. Anche se, certo, sarebbe ben più semplice poterlo fare direttamente con la registrazione all’anagrafe al momento della nascita: passare dalla concessione alla scelta, sarebbe un salto culturale. I

n passato le prefetture si occupavano solo delle richieste relativa al cambio di nomi, e dei cognomi ritenuti «ridicoli o vergognosi» come recita la norma in materia, mentre per tutti le altre modifiche la competenza - e la decisione in merito - spettava al ministero dell’Interno. Dal luglio del 2002 invece la competenza è in toto alle prefetture, una delega che ha permesso anche di ridurre i tempi d’attesa per ottenere la modifica. Delle 120 pratiche istruite per l’aggiunta del doppio cognome circa 40 sono quelle “ereditate” dagli uffici romani, mentre 80 sono quelle presentate dopo il luglio del 2012. Mentre altre 60 pratiche sono in attesa di arrivare al termine. A presentarle sono coppie, sposate o meno, soprattutto residenti tra Mestre e Venezia, anche se nell’ultimo anno c’è stato un forte incremento anche delle domande arrivate dagli altri comuni del Veneziano.

Per presentare la domanda, riguardo ai minori, è sufficiente compilare il modulo - che è possibile scaricare anche dal sito Internet della prefettura veneziana - e presentare la domanda con un bollo da 16 euro che deve essere sottoscritta da entrambi i genitori o da chi esercita la potestà. Una domanda nella quale i genitori devono anche spiegare i motivi alla base della volontà del cambio di cognome: solitamente il desiderio di trasmettere i cognomi di entrambi, o di “salvare” il cognome della madre, che in molti casi rischierebbe di andare perso. A oggi però non c’è la possibilità - salvo rarissimi casi legati ad esempio alla possibile identificazione “criminale” del cognome - di sostituire la trasmissione paterna con quella materna. Dalla presentazione della domanda ci vogliono mediamente quattro mesi per ottenere una risposta, anche perché ci sono tempi tecnici che bisogna rispettare: 60 giorni per la pubblicazione all’albo dei comuni di nascita e residenza della richiesta di modifica, e 30 giorni affinché il decreto della prefettura, dopo la pubblicazione, diventi definitivo: qualcuno infatti potrebbe presentare ricorso. Difficile, per non dire impossibile, che la prefettura si opponga. La legislazione italiana in materia è molto indietro rispetto all’Europa, che proprio l’altro giorno ha sostenuto che ai genitori deve essere data la possibilità di dare ai figli anche “solo” il cognome della madre.

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