Nel laboratorio di Brondolo il seme per gli allevatori
Gianluigi Lago ha investito un milione per realizzare un innovativo “schiuditoio”. «Trattiamo 500 milioni di larve in un anno, siamo una novità nel nostro Paese»
CHIOGGIA. Un investimento da un milione di euro, 500 milioni di larve prodotte in un anno, 30 telefonate al giorno per prenotare il prodotto. Questi alcuni dei numeri dell’avventura che la società di acquacoltura Thetis ha avviato da qualche mese a Chioggia per rispondere alla richiesta di “seme” degli allevatori di molluschi.
L’attività, tecnicamente un “hatchery” (schiuditoio), è una novità nel Veneto e in Italia, mentre ne esistono 3-4 esempi di queste dimensioni in Europa. L’idea è stata messa in pratica dall’imprenditore chioggiotto Gianluigi Lago, amministratore delegato della Thetis che come socio ha anche un imprenditore russo, che vive in Grecia.
L’hatchery per Chioggia, ma anche per il Veneto, è un’assoluta novità. Di cosa si tratta?
«In pratica si tratta di un grande laboratorio in cui vengono fatte riprodurre in serie le vongole per ricavarne il seme, non presente in natura nella quantità richiesta dagli allevatori, che viene ingrassato in laguna e poi venduto quando raggiunge la taglia, tra i 3 e i 5 millimetri, utile per essere seminato nelle concessioni dei vongolari».
Come le è venuta questa idea?
«Avevo avuto l’intuizione già nel 2002, ma i tempi non erano maturi. Ci ho provato due volte, nel 2002 a Pellestrina, dopo aver vinto un bando di Veneto Agricoltura, e poi nel 2009 a Chioggia, a Isola Saloni, sia col seme di vongole che con quello di ostriche di cui c’è una forte domanda dalla Francia. I tempi non erano maturi perché la trasformazione da pescatori a allevatori, prevista dalla normativa, è stata recepita in maniera concreta solo negli ultimi anni. La natura oggi non riesce a soddisfare la domanda di seme, perché c’è stata una flessione nella produzione, e gli allevatori richiedono di poter comprare il seme già pronto».
La Thetis ora ci riprova per la terza volta, con un nuovo hatchery realizzato a Brondolo, lungo il canale della Fossetta. Cosa succede in queste due serre?
«Le vongole vengono seguite in tutto il ciclo vitale, prima tenendo separati i maschi dalle femmine fino alla maturazione delle gonadi e poi seguendo la riproduzione e la crescita delle larve. Nelle serre lavora un’équipe di tre biologi e quattro veterinari che seguono la parte zootecnica, dove si trovano le vasche con i molluschi, e la parte agricola, dove viene prodotto il cibo di cui si nutrono gli esemplari nelle varie fasi della vita. Quando le larve sono pronte, escono dal laboratorio e vengono ingrassate nella laguna che scorre accanto alle serre, in appositi contenitori fino al raggiungimento della taglia corretta per essere vendute».
Come sta andando questo terzo tentativo?
«La richiesta di seme è continua, ogni giorno ricevo dalle 20 alle 30 telefonate di allevatori che mi prenotano i quantitativi. Perlopiù sono allevatori di Goro, Caleri, Scardovari, ma un 15% di richieste arriva anche dalla laguna di Venezia, ancora poche da Chioggia. Il nostro obiettivo è produrre 500 milioni di larve all’anno che daranno poi origine a 5.000 tonnellate di prodotto adulto. Ora stiamo lavorando con la vongola filippina e con quella verace, ma ci stiamo muovendo per introdurre altre specie, in particolare una nuova specie autoctona e la vongola mercenaria, molto richiesta nella costa est degli Stati Uniti. Prima di procedere dovremo richiedere le autorizzazioni ministeriali necessarie». —
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