Nel container banane alla cocaina nuovo sequestro dei finanzieri

Nascosti tra i bancali della frutta 220 chili di droga provenienti dalla Colombia: dopo gli arresti di esponenti della ’ndrangheta del 3 dicembre, le Fiamme Gialle sapevano del carico in arrivo
GIORNALISTA: Mion .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO:Guardia di Finanza, Mestre.DESCRIZIONE: conferenza stampa in seguito all'arresto di 9 persone affiliate all'ndrangheta per smercio di cocaina
GIORNALISTA: Mion .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO:Guardia di Finanza, Mestre.DESCRIZIONE: conferenza stampa in seguito all'arresto di 9 persone affiliate all'ndrangheta per smercio di cocaina

Dopo il sequestro di circa 130 kg portato a termine la scorsa settimana, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Venezia hanno intercettato un ulteriore carico di cocaina. Mercoledì, infatti, dal porto di Livorno è giunto un container al porto destinato allo sdoganamento. Il carico ufficialmente dichiarato era costituito da banane, ma le Fiamme Gialle di Venezia sapevano già, grazie alle investigazioni condotte, che all’interno delle casse di frutta tropicale avrebbero trovato ben altro e, pertanto, hanno atteso l’arrivo del carico a Venezia con in mano un decreto di perquisizione della Direzione distrettuale antimafia.

Non appena giunto negli spazi doganali, il container è stato ispezionato a fondo dai militari del Nucleo di polizia tributaria, coadiuvati dai colleghi del II Gruppo di Venezia, dai “Baschi verdi” e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane. Nel corso delle operazioni, nascosti fra i bancali, sono stati individuati 188 panetti di cocaina purissima, ciascuno del peso di circa 1.200 grammi, per un totale di oltre 220 chilogrammi.

Si trattava di una nuova partita di droga destinata al sodalizio criminale ‘ndranghetista smantellato la scorsa settimana, operante principalmente nel Veneziano e nell’hinterland milanese, che era stata ordinata nello scorso mese di novembre e che i trafficanti avrebbero dovuto prendere in consegna proprio in questi giorni.

Gli arresti di giovedì 3 dicembre, invece, hanno fatto saltare completamente i piani e non hanno reso possibile fermare il carico, che era già salpato a bordo di una nave dal porto di Turbo, in Colombia.

Dopo quasi tre anni di indagini e 410 chili di cocaina sequestrati - sul mercato avrebbero fruttato 13 milioni di euro - la Guardia di Finanza il 3 dicembre scorso aveva arrestato nove persone tre dei quali appartenenti al clan Morabito di Africo. Il blitz è scattato in un capannone di Meolo quando è arrivato il carico di cocaina nascosto in un container stivato di radici di manioca. Oltre ad usare una pizzeria-trattoria di San Biagio di Callalta come copertura, l'organizzazione aveva creato una società di import ed export di frutta per far arrivare dal Sud America le partite di “neve”. Ii due capi dell'organizzazione sono Attilio Vittorio Violi, 52 anni, residente da vent'anni a Marcon, "santista" affiliato al gruppo dei Morabito di Motticella con precedenti per tentato omicidio, associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione abusiva di armi. L'altro "santista" finito in carcere è Santo Morabito, 52, socio in affari di Violi e specializzato nel tenere i contatti tra Calabria, Veneto e Lombardia, cioè nell'area dove veniva piazzata la droga. I finanzieri del Goa hanno bloccato anche due fratelli albanesi, Gazmend Tahiray e Tahra Azem, destinatari di alcune perquisizioni effettuate dagli investigatori.

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