Nel 2016 meno aziende in crisi Bizzotto: «Quadro incoraggiante»
Il peggio della crisi finanziaria ed economica internazionale cominciata alla fine del 2008 sembra essere alle spalle, ma una netta ripresa con il ritorno alle situazione pre-crisi è ancora lontano, soprattutto per alcuni settori come la grande distribuzione, l’edilizia e il tessile-abbigliamento.
È questa la situazione fotografata dall’agenzia regionale Veneto Lavoro nei primi tre mesi del 2016. I dati, elaborati dall’ufficio studi della Cisl del Veneto, mostrano una situazione dell’economia locale ancora problematica, ma non più drammatica. Le aziende che hanno avviato la procedura di crisi per difficoltà finanziarie o di mercato e avviato processi di ristrutturazioni nei primi tre mesi dell’anno in corso si sono ridotte a 26: l’anno scorso nello stesso periodo erano state 41 e nel 2014 73.
Di conseguenza si è ridotto anche il numero di lavoratori coinvolti dalle crisi aziendali: da gennaio a marzo di quest’anno sono stati 342, a fronte dei 1.043 dell’anno scorso e dei 2.293 del 2014. Si riduce, anche se lentamente e solo rispetto all’anno scorso, lo stock di dipendenti di aziende in crisi inseriti nelle liste di mobilità: nel primo trimestre del 2016 sono stati 3.937, l’anno corso erano stati 4.253 e nel 2014 3.663.
In decisa riduzione anche il numero degli accordi sottoscritti nelle aziende in crisi che fanno richiesta della cassa integrazione straordinaria: erano 40 nel primo trimestre del 2014, sono passate a 26 nel 2015 e nel 2016 si sono ridotte a 11. Il numero delle ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate sembra in leggero aumento - 1.468.000 nei primi tre mesi del 2016 a fronte di 1.215.000 nel 2015 ma ben al di sotto dei 2.612.000 del 2014, tuttavia deve essere considerato che i riferimenti temporali delle ore autorizzate non coincidono con quelli del’effettivo utilizzo.
Per Paolo Bizzotto, segretario generale della Cisl veneziana, «il quadro congiunturale dell’economica veneta e veneziana locale è finalmente incoraggiante. I disoccupati sono però ancora tanti e gli indici di occupazione restano insufficienti, ma non tutti i settori vivono la stessa situazione. D’altra parte il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, modificato e reso più difficile con la nuova legge, sta lasciando sempre più il posto ai contratti di solidarietà. Oltre all’edilizia, uno dei settori più in difficoltà è la grande distribuzione, in un’area metropolitana come quella veneziana dove coesistono numerosi centri commerciali di grandi dimensioni che risentono dell contrazione dei consumi. Anche per i settori tessile, abbigliamento e calzaturiero continua lo stato di crisi. Il turismo continua invece ad essere un settore di punta, ma sono in ripresa anche pezzi del settore metalmeccanico, della chimica non di base e della gomma».
«Per sollecitare i settori più in difficoltà a riprendersi e per sostenere i settori produttivi già in ripresa», conclude Bizzotto, «bisogna mettere in campo investimenti e politiche attive del lavoro anche a livello locale».
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