Nei primi sei mesi di quest’anno hanno chiuso altre 3113 aziende

I dati della Camera di Commercio confermano che continua la morìa nella nostra provincia Ma il numero delle imprese che avviano la procedura fallimentare sta diminuendo del 5,6 per cento
Di Gianni Favarato

MESTRE. La crisi economica continua a falciare aziende e posti di lavoro e l’agognata ripresa non si vede ancora. Dai dati elaborati dal Servizio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Venezia, le sedi d’impresa registrate in provincia al 30 giugno di quest’anno ammontavano a 77.577, contro le 79.441 del secondo trimestre dell’anno scorso, ovvero -2,3% (1.864 in valore assoluto). Continua, quindi, la morìa di aziende che non ce la fanno più ad andare avanti e cessano l’attività o sono costrette al fallimento o al concordato. Nel primo semestre di quest’anno, le cessazioni di aziende sono state 3.113 e, pur essendo ancora tante, sono diminuite del 5,6% rispetto ai primi sei mesi del 2012.Ma tra gennaio e giugno del 2013 le iscrizioni di nuove imprese sono state solo 2.780, cioè il 6,7% in meno rispetto a quelle nate nei primi sei mesi del 2012. In compenso, nel primo semestre di quest’anno – sempre secondo il report della Camera di Commercio, in provincia di Venezia – sono stati iscritti al registro 64 fallimenti di aziende, con una diminuzione in termini percentuali del 34,7%, pari a 34 unità in termini assoluti, rispetto allo stesso periodo del 2012. Venezia, infatti, assieme a Belluno (-11,1%) sono le uniche province del Veneto a segnare una riduzione nel numero delle aperture di fallimento, un segno, forse, di una possibile e futura inversione di rotta.

I settori più in crisi sono ancora l’edilizia (con il 25% del totale dei fallimenti), seguito dall’industria chimica, meccanica e alimentare e dei servizi alle imprese (15,6% sul totale dei fallimenti), dal commercio (10,9%), dai servizi alle persone (6,3%) e il trasporto privato. Nella nostra provincia i fallimenti sono in prevalenza concentrati nei comuni di Venezia (20), San Donà (8), San Stino e Spinea (4 fallimenti in entrambi i comuni).

In particolare sono le imprese che si sono costituite nell’arco di 10/20 anni a non riuscire a stare sul mercato e il 70% delle aperture di fallimento riguardino società di capitale, il 23,3% le società di persone. Per quanto riguarda le imprese artigiane, nel primo semestre di quest’anno si sono ridotte del 3,1%, attestandosi sulle 19.882 unità. Lo stesso calo, seppure meno marcato, viene registrato in tuto il Veneto (-2,6%) e in Italia (-2,3%): il peso della provincia di Venezia sul totale regionale non è, in ogni caso, variato rispetto al primo semestre dello scorso anno (14,6%). «I dati non fanno che confermare la gravità della crisi che sta attraversando il nostro sistema economico», commenta il segretario generale della Camera di Commercio veneziana, Roberto Crosta, ma va colto il segnale positivo e incoraggiante in prospettiva: il numero di imprese che chiudono e i fallimenti si stanno riducendo. Ciò significa che dobbiamo aiutare i nostri imprenditori a resistere ancora di più ma, soprattutto, incentivare la nascita di nuove imprese, specie giovanili, il che rappresenta una delle maggiori criticità. Su questi due versanti abbiamo destinato agli interventi a sostegno del sistema delle imprese veneziane circa 9 milioni, puntando su innovazione tecnologica, green economy e imprese creative».

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