Nei negozi i saldi non tramontano mai

Sotto la formula “svendite”, “promozioni”, “svuoto tutto” da mesi Mestre è bombardata da sconti e iniziative speciali. C’è di tutto: dalle pellicce alle scarpe, dagli abiti alla carne. Ma da ieri i ribassi sarebbero vietati
Di Marta Artico

Ufficialmente i saldi invernali iniziano il 5 gennaio, ma un po’ dappertutto, con altri nomi, sono già partiti nei negozi del centro e della periferia. Ma ribassi, due per tre, buoni sconto, si vedono già dal fine settimana dei morti, quando ovunque c’era qualche sorpresa per fidelizzare il cliente e cercare di vendere in un periodo di vacche magre. I punti vendita si sono attrezzati, con scritte più o meno vistose e anche dove all’esterno non campeggia nulla, basta entrare per sentirsi proporre il 20, anche 30 per cento di sconto. Da Tendaggi Idea Casa, in fondo a viale Garibaldi, si legge «Eccezionale svendita di Natale». In vetrina completi di lenzuola scontati del 50 per cento. All’interno spiegano che il magazzino ha chiuso e perciò i capi rimasti vanno in super saldo. Spostandosi verso New Lions in Piazza Ferretto, si viene a sapere che il negozio fa 25 anni di attività e per tutta la settimana sconta scarpe e stivali del 20 per cento. Poco più avanti Athletes World, marchio amato dai giovani, ruota promozioni diverse. In questi giorni con una spesa di 140 euro si ha lo sconto del 20 per cento, con una spesa di 170 del 30, se si arriva a 210 euro, addirittura del 40.

Appena fuori dal salotto cittadino, nella martoriata via Poerio, ecco che Alexander, il noto negozio di abbigliamento, espone ancora il cartello con tanto di messaggio subliminare per l’amministrazione: «Causa disagi assurdi lavori stradali sconti 10-20-30».

La situazione non è dissimile in via Olivi e via Mestrina. Roberta Scarpa, famosa per le griffe Cavalli ed Ermanno Scervino, chiude del tutto e lascia Mestre: liquidazione totale dal 50 all’80 per cento. Poco più in là, in galleria delle Medaglie troviamo la Lori, anch’essa in vendita straordinaria per chiusura. Mestre, fan capire, non tira, troppe difficoltà, affitti alle stelle, viabilità che non aiuta.

Spuntano però Temporary Shop un po’ ovunque, che provano a vendere per qualche settimana a prezzi scontati. A due passi dalla Lori c’è il temporary shop di Dino Sellier, in via Mestrina ha aperto lunedì un temporary shop visitabile fino al 14 gennaio, Bun, che vende capi di pelliccia a prezzo di costo, uno per ogni tipo. Dietro il bancone Claudia fa orario continuato e con Cinzia spiega la convenienza del suo punto vendita di passaggio.

Da Gas c’è il 30 per cento per chi compera jeans più camicia, meno venti per cento se ci si porta a casa solo uno dei due capi. Carpisa mette in vetrina i “Christmas Price”, mentre Eurasia tappeti orientali in piazza Carpenedo, annuncia senza mezzi termini “saldi 50 per cento”.

Sconti li fan tutti: Abdu, kenyota che vende collane e bracciali in argento, ferma la gente per strada: «Data la crisi, sono in saldo a metà prezzo», sorride, mentre ci sono persino le macellerie che propongono maxi offerte, come quella di via Ca’ Rossa vicino al bar Vittoria. Il grande cartello in vetrina fa appetito solo a leggerlo: 1 kg di bollito, 1 kg di spezzato, 1 kg di bistecche, 1 kg di macinato e 1kg di svizzere, in offerta a 30 euro.

Multe in arrivo? «Molti negozi sono stati costretti a praticare sconti attraverso vendite promozionali solo per poter garantire i pagamenti ai fornitori» spiega Gabriel Giannino, presidente di Federazione Moda Italia Venezia. La Federazione precisa che in Veneto dal 5 dicembre, cioè da ieri, scatta il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti i saldi. Non si potrebbero, dunque, più pubblicizzare sconti di alcun tipo, salvo le vendite per rinnovo locali. «In questa situazione drammatica per i nostri associati», aggiunge, «ero favorevole a considerare l’opportunità di liberalizzare le promozioni anche nel mese precedente i saldi, e per questo ho avuto mandato di portare la richiesta in Regione. Spiace che la proposta sia alla fine risultata minoritaria tra i colleghi delle altre province».

«Purtroppo», spiega il direttore di Confcommercio Dario Corradi «non ci si capisce più niente, se al dubbio interpretativo ci mettiamo anche la crisi, il pasticcio è servito».

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