Negozi storici dell’area marciana Il Comune mette il vincolo d’uso

Per tre anni potranno aprire solo alcune tipologìe commerciali Tutela degli arredi e delle luci. Il blocco valido anche per Rialto



Il Comune mette il vincolo ai negozi dell’area marciana e di Ruga degli Oresi. Non si potranno aprire per almeno tre anni nuove attività commerciali che non siano di tipo tradizionale o del lusso. Si dovranno tutelare gli arredi e gli esterni, adeguare le luci e le vetrine. La delibera è stata illustrata ieri a Ca’ Farsetti dall’assessore Michele Zuin e dalla direttrice dei Servizi al cittadino e Imprese Stefania Battaggia. Si intitola «Misure di regolamentazione dell’esercizio di attività ai fini delle loro compatibilità con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale per l’area di piazza San Marco (compresa Piazzetta e piazzetta dei Leoncini) e l’area realtina». Intende «fermare» la tendenza, già esplosa nel resto della città, della trasformazione di negozi di vicinato e di qualità in fast food e botteghe turistiche. Cominciando dai monumenti di pregio come le Procuratie. La proprietà è del Demanio, che ha annunciato una gara per affidare quei locali a prezzi di mercato. Ma adesso l’intesa tra Comune e Soprintendenza – che dovrà essere approvata anche dalla Regione – mette uno stop. «Senza polemica, ci auguriamo che la Regione possa approvare presto questa delibera», ha detto Zuin. Ricordando che nel caso del «blocco» delle attività di take away e cibo da asporto, la Regione ci aveva messo un anno e mezzo per mettere la firma. Nel frattempo, non trattandosi di un provvedimento di efficacia immediata o retroattiva, le attività avevano continuato ad aprire. Adesso, forti dell’esperienza, gli uffici comunali hanno scritto la delibera dopo aver trovato l’intesa con la Soprintendenza. La zona delimitata comprende l’area marciana e l’area realtina (Ruga e Soportego degli Oresi, Sotoportego di Rialto, campo San Giacomo, Naranzeria ed Erbaria). È vietata l’apertura “anche per trasferimento della licenza” di attività di commercio al dettaglio del settore alimentare e di attività artigianali e industriali di produzione e vendita di prodotti alimentari.

«Ma la novità», ha spiegato Battaggia, «è che si consente l’insediamento nei locali di pregio di sole otto tipologìe commerciali». La moda di alta gamma, le librerie, le gallerie d’arte e gli antiquari, l’arredamento e design, oggetti preziosi e “orologi di alta gamma”, restauro di oggetti d’arte, cose antiche o articoli di antiquariato, numismatica e filatelia. E, infine, l’artigianato tipico e tradizionale.

Nella stessa delibera sono previste anche «norme di adeguamento dell’impatto estetico/visivo rispetto al contesto urbano». «Al fine», si legge nel provvedimento, «di salvaguardare le caratteristiche, il decoro e l’immagine del bene culturale rappresentato dai luoghi di pregio ove sono insediate le attività». Applicazione della legge 222 del 2016. Che tenta di arginare la valanga facilitata dalla liberalizzazione delle licenze (legge Bersani) e dalla legge sulla semplificazione del 2011. Da allora è possibile ad esempio aprire un bar senza nemmeno chiedere la licenza, con una semplice dichiarazione (Scia) del professionista. Dopo aver atteso 30 giorni, si apre,

Leggi e mancanza di pianificazione che hanno prodotto disastri. Adesso ci si rende conto che il turismo può produrre modifiche irreversibili del contesto urbano nei centri storici. «Ringraziamo il Comune per averci ascoltato», ha detto il presidente dell’associazione piazza San Marco Claudio Vernier, «chissà che questo serva da stimolo a tutti per difendere la bellezza della nostra città». —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia