Negozi, le attività abbandonano il centro

Affitti troppo alti e cantieri infiniti. In via Palazzo, via Poerio, calle del Sale e in piazza Ferretto tante serrande abbassate
Di Marta Artico
Negozi che chiudono, negozi che aprono e negozi che si spostano nel centro di Mestre - nella foto ex Glenfield via Poerio
Negozi che chiudono, negozi che aprono e negozi che si spostano nel centro di Mestre - nella foto ex Glenfield via Poerio

Girando per il centro città, la tanto agognata ripresa dell’economia sembra ancora un lontano miraggio. I negozi, storici e meno, ce la mettono tutta per non soccombere: sconti, promozioni, ma in qualche caso, non c’è niente da fare. Così come è quasi impossibile tenere a mente la geografia dei punti vendita che aprono e di quelli che chiudono, alla velocità della luce. Ci si prova, ci si dà tempo sei mesi, un anno, poi via, si chiude baracca. In qualche caso il negozio viene immediatamente affittato, in altri invece, le vetrine rimangono tristemente vuote per mesi e anni. Altissimo il turn over. Si trasloca, si cambia strada, a volte ci si sposta anche solo di duecento metri per cercare di “catalizzare” più passaggio, perché vicino ci sono parcheggi, perché - soprattutto - l’affitto è più basso e rimane un margine di vendita maggiore per riuscire a pagare le tasse.

In via Palazzo stanno nuovamente aumentando le vetrine vuote. Il negozio per bambini Girasole, un tempo in via Caneve, si era spostato al civico 41 di via Palazzo. Oggi è vuoto. A fianco l’ex negozio Arte Moda, civico 39, rimane sfitto. La titolare, Rossella Rossi, si è spostata in Piazzetta XXVII Marzo. «Abbiamo chiesto di abbassare l’affitto», racconta, «invece ci è stato alzato. Così abbiamo rischiato di chiudere e infine siamo riusciti a trovatre qui, ma solo perché sono testarda, qualcunaltro si sarebbe arreso. Sarebbe ora e tempo che il Comune facesse qualche cosa, altre amministrazioni hanno preso provvedimenti. Ci si deve tutti ridimensionare, la gente va lasciata lavorare». Il negozio, esiste da una vita. Prima in via Circonvallazione, 30 anni in via Caneve, 6 in via Palazzo. Al civico 54 di via Palazzo, si trovava Gioielli Imperiali, che però, sempre per lo stesso motivo, ossia l’affitto, si è spostato dalla parte opposta della via, a fianco al Caffè Vergnano. Al civico 15 la tabaccheria chiusa con ancora la scritta per i clienti «dal 19 agosto (di un anno fa) ci trasferiamo in viale Garibaldi».

Anche in Calle del Sale i negozi aprono, chiudono, se ne vanno. A fianco della “Prosciutteria”, le vetrine vuote si sprecano ed è difficile persino ricordarsi cosa c’era fino a qualche mese fa. A pochi passi dal bar, al posto di un negozio di vestiti, ha aperto da una settimana una sorta di centro estetico cinese specializzato in unghie e trattamenti del viso che si chiama Lavanda Nails. All’interno c’è la sorridente Li Ying. Nella galleria della Torre, stessa storia. Il vecchio outlet è chiuso e le scalinate che portano in piazza vengono utilizzate da gruppi di ragazzini che hanno finito la scuola, come punto di ritrovo. Anche in piazza Ferretto nel “salotto mestrino” ci sono vetrine vuote e purtroppo, da un bel pezzo. Sintomo che forse qualche cosa che non va c’è. George Hogg maglieria, non c’è più da alcuni mesi. Donatello Outlet, a due passi da Callegaro Gioielli, è sfitto da un pezzo. Così come l’ex negozio di Svarowsky, che si è trasferito al piano terra del Centro Le Barche, oramai dallo scorso inverno. A campeggiare, solo delle scritte con tanto di “affittasi”. Eppure si tratta di postazioni visibili, appetibili, nel posto migliore della città, verrebbe da dire.

In via Einaudi, dopo la chiusura di Chiaroscuro lampadari, è rimasto sfitto anche il negozio di biancheria e tendaggio. Per non parlare di via Poerio, martoriata per mesi e mesi dai lavori, dove le chiusure di attività si moltiplicano.

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