Negozi, i diritti si pagano

Novità per le pratiche istruttorie, critiche dai commercianti
Di Mitia Chiarin

La giunta Orsoni ha introdotto i diritti di istruttoria per le pratiche dello sportello unico per le attività produttive (Suap) per il settore commercio. Al pari delle pratiche urbanistiche, si pagherà da marzo per le domande di nuova apertura, subingresso, ampliamento o trasferimento di sede di negozi, edicole, acconciatori, estetisti, tatuatori, bar per la somministrazione di alimenti e bevande, attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, agenzie d’affari, sale giochi,pubblici spettacoli, posti di commercio in aree pubbliche (ambulanti) e pure per le occupazioni di suolo e per i mezzi pubblicitari.

Nuovi costi che si aggiungono all’aumento delle tariffe pubblicitarie in città.

«Ovviamente non piace a nessuno dover pagare per presentare una domanda al Suap per il commercio. Anche se dal Comune spiegano che si tratta di un modo per coprire le spese di un ufficio, che con le nuove norme e l’informatizzazione, ora si occupa della maggioranza delle pratiche e di tutta la fase istruttoria», fa notare Tiziano Scandagliato della Confesercenti di Mestre. «Infastidisce ancora di più notare come un analogo provvedimento, assunto dal vicino Comune di Padova, veda praticare importi che sono la metà in media di quelli applicati dal Comune di Venezia. Insomma qui pagheremo di più. E non va bene a nessuno». La delibera che introduce i diritti di istruttoria prevede costi che vanno da 50 a 100 euro per la maggior parte delle pratiche. Pagano di più i grandi, i parchi commerciali: duemila euro per una istanza e mille euro per le modifiche interne. Analoghi costi per le istanze delle strutture di vendita fino a 2.500 metri quadri per le nuove aperture. Cinquecento euro il costo di una domanda di Scia per spazi commerciali fino a 1.500 metri quadri.

Diritti che solo da quest’anno il Comune ha deciso di introdurre. Spiega l’assessore comunale al commercio Carla Rey: «Questi diritti ci consentono di andare a coprire le spese per l’informatizzazione del servizio e la formazione dello staff che opera al Suap che ora, con le nuove norme, si occupano di tutte le istruttorie delle pratiche presentate. Pratiche che devono essere espletate con velocità e che poi si scopre spesso non vengono poi ritirate da chi presenta le domande. Insomma l’ufficio lavora, con spese alte, e questa scelta serve per andare a coprire quelle spese». A differenza di quanto sostiene la Confesercenti, per la Rey gli importi della delibera sono inferiori «a quelli di altri Comuni veneti con cui abbiamo cercato di raccordarci sul provvedimento che è analogo ovunque».

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