Negozi, apertura domenicale “al veleno”

Oggi il Valecenter rischia la multa, i centri commerciali di Mestre no. Allo studio una «class action» contro il Comune

di Marta Artico

Infiamma la polemica sulle aperture domenicali, che vede le posizioni contrapposte di grande distribuzione e Governo da una parte e Comune e Regione dall’altra. Oggi i centri commerciali rimarranno tutti aperti, da Mestre a Marcon a Marghera. La differenza tra i colossi però, è che mentre i paradisi dello shopping di Mestre rientrano all’interno dell’ordinanza comunale, la quale ha “regolarizzato” le due prossime domeniche inserendole all’interno dell’elenco delle deroghe consentite dalla legge regionale, il centro commerciale Valecenter di Marcon e tutti i piccoli negozianti all’interno, sono passibili di multa.

Polemica. «Speravo che il calendario potesse essere fissato insieme con Venezia – commenta il sindaco di Marcon, Pier Antonio Tomasi – ma non è stato così. Che il Comune di Venezia decida il venerdì prima della domenica di apertura di emettere un’ordinanza, sembra, se non un blitz, qualche cosa che gli si avvicina, pare quasi un modo per coprire la categoria. Quello che si è venuto a creare è un grosso pasticcio e un’ingiustizia nei confronti dei lavoratori: denuncio l’incapacità di dare certezze di Regione e Governo, che invece devono trovare un accordo».

Grande distribuzione. I centri commerciali, nel frattempo, si guardano attorno e attendono, ma non cambiano idea. «Rimaniamo della nostra posizione – spiega Francesco Giusto del centro Le Barche – oggi e domenica prossima siamo all’interno dell’ordinanza comunale, il 29 gennaio sarebbe nostra intenzione applicare il decreto Monti. In ogni caso questa settimana servirà per decidere tempi e orari». E per trovare una linea comune. Tra le ipotesi ventilate ci potrebbe essere anche quella di fare una sorta di class action contro il Comune (e indirettamente la Regione), presentando un ricorso unitario dei grossi centri.

Consumatori. Non c’è unanimtà di vedute in materia nemmeno tra le associazioni dei consumatori. «Noi siamo favorevoli alla liberalizzazione – spiega Lorenzo Miozzi del Movimento Consumatori – ma il passaggio deve avvenire gradatamente e senza lasciare morti per la strada. In questi anni l’amministrazione comunale ha svolto un ruolo passivo: era evidente che il futuro sarebbe andato verso una diversa regolamentazione dei tempi di vita, la politica avrebbe dovuto accompagnare categorie e commercianti in questo passaggio». Prosegue: «Oggi chiunque impugni le ordinanze dei comuni appellandosi alla legge Monti, vincerà. Prima di arrivare a ciò però, si doveva fare in modo che i piccoli negozianti potessero organizzarsi, invece stiamo ragionando di una normativa regionale che è stata superata da quella nazionale». Domanda: «Chi è tanto contrario alla liberalizzazione, perché non fa chiudere anche tutte le pizzerie e i ristoranti aperti la domenica sera?». Il Movimento Consumatori ha chiesto all’assessore Carla Rey che da lunedì avvii un tavolo per analizzare la situazione. «Siamo contrarissimi – ribatte invece il presidente dell’Adico di Mestre, Carlo Garofolini – è importante riacquistare dei valori che vanno nella direzione di tenere chiuso alla domenica e dare la possibilità alle persone di dedicarsi al tempo libero. Le aperture a oltranza andranno a favore dei centri commerciali, ciò comporterà solo disuguaglianza». Di tutt’altro avviso il Codacons, che ha annunciato di voler denunciare il governatore Luca Zaia all’Antitrust, se la Regione deciderà di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l'articolo 31 della manovra Monti. «Ci preoccupa – commenta il segretario della Flcams Cgil, Monica Zambon – quello che accadrà tra due domeniche e soprattutto la situazione delle lavoratrici».

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