Negozi aperti la domenicala guerra di Mirano
Durissimo scontro tra Confcommercio e Confesercenti dopo il no di quest'ultima alle deroghe del Comune. Accuse pesanti ("Usate la logica dei perdenti", "Usate il oinguaggio della grande distribuzione") e oggi protesta in piazza
Anche gli ipermercati potrebbero aprire la domenica
MIRANO. «Confesercenti usa la logica dei perdenti». «Confcommercio usa lo stesso linguaggio della grande distribuzione». L'incendio innescato a Mirano dalla diffida della Confesercenti contro le aperture domenicali concesse dal Comune è ormai fuori controllo. Domani commercianti del centro in piazza per raccogliere firme contro il ritiro delle deroghe, intanto le associazioni di categoria di scornano dietro le quinte della protesta: «Confesercenti dice di voler tutelare il piccolo commercio, ma non ascolta i bisogni dei negozianti, incapace di tradurre le loro richieste in fatti concreti», dice Ennio Gallo, presidente di Confcommercio Miranese, favorevole alle deroghe, «non comprendiamo la logica di chi non fa nulla e pretende che anche gli altri rimangano fermi, nascondendosi dietro proclami che portano solo alla rovina delle città e dei suoi centri storici: questa è la logica dei perdenti». «Sorprende dover giustificare chi chiede il rispetto della legge - tuona il segretario regionale di Confesercenti Maurizio Franceschi - mi chiedo chi faccia veramente il bene del commercio. Sappiamo tutti che è la grande distribuzione ad aver bisogno delle aperture domenicali e loro hanno anche una maggior capacità di promuoversi. L'Ascom e chi domani raccoglie firme, parlano la lingua dei centri commerciali».Sulla stessa linea è anche Angelo Pegoraro, delegato di S. Maria di Sala al Commercio, che aveva criticato l'uso eccessivo delle deroghe a Mirano. Franceschi poi ne ha anche per il Comune: «Sono talmente impegnati a litigare tra loro - afferma - che non non si accorgono di cosa accade intorno: abbiamo contrastato anche a Mestre l'uso eccessivo delle deroghe, come a Mirano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video