«Negozi aperti di domenica, ora basta»

Uomo, lavoro, crisi economica. Argomenti di attualità che ieri il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha toccato a margine della celebrazione della Santa Messa nella centrale “Andrea Palladio” di Fusina. A preoccupare il Patriarca, oltre la situazione economica in cui versa l’Italia, già grave di suo, è la proliferazione dei centri commerciali (non ultimo la “Nave de Vero” che sarà inaugurata il 17 aprile) e l’ormai annosa questione delle aperture domenicali di negozi ed esercizi. «Non è questa la situazione del problema – ha detto Moraglia -. Non è aprendo i negozia alla domenica che il Paese uscirà dalla crisi economica, anzi. E la continua apertura di centri commerciali non fa altro che creare una ulteriore cultura del consumismo destinato a foraggiare solo pochi centri di potere economico spegnendo l’umanità della cittadinanza e della comunità intera. C’è gente che non riesce a nutrire i propri figli e noi apriamo davanti ai loro occhi nuove vetrine dalle luci colorate. Un controsenso»

Il Patriarca si schiera anche con i dipendenti e i commessi che di domenica non vorrebbero lavorare. «Non è una decisione loro – dice Moraglia -, ma imposta ed è una cosa che mi preoccupa in termini di qualità di vita e di un diritto al riposo che va condiviso con gli altri, ovviamente escludendo i casi necessari alla vita di una città come i trasporti, il servizio sanitario, l’informazione o la cultura»

Il Patriarca vorrebbe che la domenica restasse il momento di realizzazione dei rapporti tra l’uomo e la famiglia e gli affetti. Dopo sei giorni di lavoro, aprire la domenica non è altro che un’ulteriore ferita all’uomo – conclude - . Non è un servizio che si rende al bene comune ma, invece, lo smarrire anche il momento di contatto umano fuori dal lavoro. Per realizzare e concretizzare l’unione e i rapporti tra l'uomo e i suoi affetti, il momento di convivenza libero da impegni e assilli lavorativi è un diritto e un dovere per tutti».

Gian Nicola Pittalis