Negata la sorveglianza speciale all’anarchico

Cinquanta procedimenti in otto anni, ma una sola condanna: non è socialmente pericoloso

VENEZIA. Il giovane anarchico veneziano Nicholas Mongelli (27 anni) non è «socialmente pericoloso» e per questo i giudici del Tribunale di Venezia presieduti da Angelo Risi hanno deciso che «non merita accoglimento la richiesta da parte del questore di Venezia della sorveglianza speciale» nei suoi confronti.

Nei giorni scorsi il giudice Alberta Beccaro ha depositato l’ordinanza con la quale il Tribunale ha respinto la richiesta basata sulla relazione della Digos lagunare. Il magistrato elenca tutte le segnalazioni e i procedimenti che riguardano Mongelli, sono ben 50 in otto anni, ma «le integrazioni istruttorie», si legge nelle motivazioni, «portano a ridimensionare in misura notevole l’amplissimo ventaglio di reati attribuiti all’incensurato Mongelli». «Meritano accoglimento», prosegue il documento, «i rilievi della difesa (avvocato Agnese Sbraccia) circa l’insussistenza, al momento attuale, della sua pericolosità sociale» anche perché Mongelli ha tenuto «contegni effettivamente pericolosi in un’unica occasione», quella degli scontri con le forze dell’ordine al confine del Brennero, in occasioni delle manifestazioni a favore dei migranti del 7 maggio scorso.

Mongelli, fino ad ora, ha subito un’unica condanna, a cinque mesi per interruzione di pubblico ufficio per una manifestazione ed è stato raggiunto da un decreto penale per aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata contro la Tav. In un terzo processo è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’aver reso false generalità. Il giudice, però, sostiene che il giovane anarchico ha ben sedici indagini in corso, undici dalla di Procura Venezia, tre da Vicenza e due da Bolzano. Per quanto riguarda le altre denunce e segnalazioni per la maggior parte sono state archiviate, trattandosi di manifestazioni non autorizzate di cui Mongelli non sarebbe stato il promotore e per il resto neppure sarebbe finito sul registro degli indagati. Oltre agli scontri al Brennero sarebbero altri due le occasioni in cui l’anarchico veneziano avrebbe partecipato a iniziative che avrebbero potuto mettere in risalto la sua pericolosità. Il 22 aprile dello scorso anno era stato controllato, mentre con altri tre giovani anarchici italiani rientrava in Italia dalla Germania: a Francoforte c’erano stati scontri con la polizia tedesca da parte dei black block al termine della manifestazione contro la Banca centrale europea. In auto, comunque, non c’erano armi o bastoni, Mongelli sarebbe stato vestito di nero. Infine, il corteo a Venezia del 5 dicembre scorso durante il quale gli anarchici avevano imbrattato con le loro scritte negozi e palazzi. Molti sono stati denunciati per associazione a delinquere e danneggiamento, ma Mongelli non c’è tra loro.

Giorgio Cecchetti

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