«Navi, urge una via alternativa le Tresse valida soluzione»
Benvenuto a Venezia, comandante Bon. Togliamoci subito il dubbio: cosa ne pensa delle grandi navi che passano davanti a San Marco?
«Come Capitaneria i nostri pareri sono prettamente tecnici sulla sicurezza della navigazione, ma la mia personale idea è di supportare in ogni modo una rapida individuazione di una via alternativa al canale della Giudecca. Penso che il progetto Tresse possa essere la soluzione valida». Non ha timore di schierarsi Goffredo Bon, neo comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, in arrivo dal comando della Direzione di Trieste.
Il porto difende la sicurezza delle navi anche in piena città storica, i comitati denunciano da anni danni alle fondamenta e inquinamento, fanno il giro del mondo le foto di giganti che soverchiano il campanile di San Marco.
«Questo caso dimostra che la verità non sta solo in una parte. Le navi da crociera sono sicure e utili per Venezia, per il loro impatto sul mondo del lavoro e l’economia, però devono trovare un’altra via d’acqua di accesso, che garantisca al 100 per cento la sicurezza dei fondali e per evitare che qualsiasi avaria o incidente - seppur ipotesi remotissima, mai accaduta - possa mettere a rischio la sicurezza della navigazione e della città».
Nell’attesa della realizzazione di un’alternativa - dai tempi lunghi - prenderà provvedimenti provvisori per limitare la stazza delle navi, come era previsto già da un’ordinanza poi annullata dal Tar Veneto?
«Nessuna decisione, sono appena arrivato e devo approfondire la questione. I termini per un ricorso sono scaduti, ma quel che è importante è che le compagnie si siano da tempo “autolimitate”, dimostrando grande sensibilità. Un impegno che vale fino al 31 dicembre: c’è tempo».
Lei arriva da Trieste, storico “competitor” del porto di Venezia: dalla Costa crociere che lo sceglie ai progetti di scalo off shore commerciale.
«La concorrenza è bella quando è leale, perché spinge il mercato: ma dev’essere ragionevole, anche per quanto riguarda le opere, utili se servono realmente al sistema portuale. Quand’ero a Trieste ho detto “no” al nuovo scalo container a Monfalcone, perché a Trieste l’occupazione era ancora all’80%. Credo che i porti per crescere debbano fare sinergia specializzandosi in settori differenti: quali, lo sanno le autorità portuali. Quanto alle navi passeggeri, Trieste offre fondali di 18 metri e banchine senza alcun pericolo per la navigazione, comprensibile che abbia esercitato attrattiva».
Il Mose, la delicata navigazione nelle acque della laguna, un’economia come quella portuale importante per Venezia, anche per quanto riguarda lo scalo merci: cosa può fare la Capitaneria?
«L’obiettivo, come diceva un nostro comandante, dev’essere la “sicurezza produttiva”: tutelare la sicurezza della navigazione e il sistema economico. Dobbiamo puntare sempre più sulla tecnologia per dare risposte veloci agli operatori portuali su tutte le autorizzazioni e procedure. Intendo impegnarmi per portare quanto prima anche a Venezia il sistema che da due anni abbiamo attivato a Trieste: la rete Vts-Vessel Traffic System che permette di “agganciare” una nave in rada e seguirla fino all’ormeggio. Ci sono al momento problemi tecnici per interfacciarsi con il sistema Logis del Porto: m’impegno a superarli».
Qualche giorno fa, dalle finestre del suo ufficio sulle Zatterre, avrebbe potuto vedere un taxi sfrecciare con un turista a far sci nautico: colore a parte, il traffico è uno dei grandi problemi di Venezia.
«Senza fare gli sceriffi, che l’immagine non m’appartiere, ricorderemo gli elementi basilari con i controlli: rispetto delle norme su velocità e abbordi in mare, ma anche il buon senso. Io sono per la prevenzione prima della repressione, ma la sicurezza viene prima di tutto: si tratti di traffico nei canali di nostra competenza o di navi.
Sa bene che uno dei problemi, in laguna, è legato proprio alla frammentazione di competenze.
«Serve massima sinergia tra enti, istituzioni, autorità portuale, perché agiamo tutti all’interno di un vasto sistema d’area. Certo, sono per l’unità delle competenze, quantomeno nei canali interni navigabili, per rendere i controlli più semplici. Siamo in attesa delle decisioni della Regione che deve ridistribuire i compiti dell’ex Magistrato alle acque».
Il sindaco Brugano li chiede per la Città metropolitana.
«Vedremo: l’importante è, intanto, fare sinergia».
Ha già qualche altro progetto da tirare fuori dal cassetto?
«Voglio valorizzare la sede di San Marco facendone una sede di rappresentanza, accentrando tutti i mezzi di soccorso in Arsenale, polo logistico. Ma non ho detto la cosa più importante: sono molto onorato di essere a Venezia, una città magnifica e una sede molto prestigiosa».
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