Navi, polveri 200 volte oltre la norma

Le concentrazioni rilevate dall’associazione tedesca Nabu. Cittadini per l’Aria: rendere obbligatori combustibili più puliti
Di Gianni Favarato

Sul ponte passeggeri di una nave da crociera i livelli di inquinamento dell’aria causato dalle particelle di polveri che escono dai fumaioli sono «molto elevati», con concentrazioni fino a 200 volte superiori ai livelli di fondo naturali. La conferma arriva dalle misurazioni effettuate nel porto di Marsiglia da una squadra di una Tv francese che lavora per il famoso show televisivo "Thalassa", trasmesso dal canale France 3 venerdì scorso.

L’allarme sui fumi scaricati dalle navi da crociera era già scattato lo scorso anno in occasione della campagna di rilevamenti sulla qualità dell’aria realizzata dalla maggiore associazione ambientalista tedesca – Nabu (Sindacato per la natura e la biodiversità) – in centro storico a Venezia e a Genova. Nabu sta anche collaborando per il progetto “Facciamo respirare il Mediterraneo” insieme all’associazione milanese “Cittadini per l’aria” che mira a «ottenere dagli Stati membri europei che affacciano sul Mediterraneo, come Italia, Grecia, Spagna e Francia, la designazione delle loro acque nazionali e l’intero Mediterraneo “Zona controllata per le emissioni di zolfo” (Sulphur Emission Control Area), stabilendo un contenuto di zolfo limitato per i carburanti delle navi». Si tratta di un contenuto di zolfo ancora più basso rispetto a quello previsto dall’accordo volontario “Blue flag”, firmato dalle compagnie crocieriste l’anno scorso a Venezia.

«È ora di cambiare l’attuale situazione in cui gli armatori possono inquinare pesantemente l'aria delle città italiane di mare a ogni attracco, come fanno società di traghetti come Tirrenia, Ctn, Ferries, Grandi Navi Veloci, Moby e altri» dice Anna Gerometta, presidente di “Cittadini per l’Aria”. Genova, come la gran parte delle città portuali in Italia, ha un problema rilevante di inquinamento dell'aria e per questo è necessaria un'azione politica immediata per proteggere la salute delle persone e dell'ambiente. Combustibili a basso tenore di zolfo, filtri per il particolato e catalizzatori di azoto, devono essere resi obbligatori per tutte le navi che entrano in porto». Cittadini per l’Aria e Nabu sottolineano che «in tutto il Mediterraneo traghetti, navi da crociera e navi porta container, sono tutt’oggi autorizzati ad usare olio combustibile pesante molto inquinante, senza alcun sistema di depurazione dei gas di scarico come invece previsto dagli standard per auto, camion e persino per le centrali elettriche. Di conseguenza i gas di scarico che escono dai motori delle navi contengono enormi quantità di inquinanti atmosferici cancerogeni, come la fuliggine, e contribuiscono in modo significativo anche ai cambiamenti climatici».

A Venezia, oltre al traffico di navi crociera (del tutto assente, però, nel periodo invernale), di traghetti Ro/Ro e navi commerciali, ci sono anche i 150 vaporetti e un numero imprecisato ma considerevole di piccole imbarcazioni da trasporto e motoscafi.

L'Arpav nel luglio 2013 ha presentato i risultato di uno studio, realizzato 2 anni prima, dal quale emerge che «alle navi passeggeri con stazza lorda superiore a 40.000 tonnellate che entrano ed escono dalla bocca di Porto del Lido corrisponde il 67% delle emissioni relative alle navi in attracco agli ormeggi di Venezia (Marittima, San Basilio, Riva 7 Martiri, Arsenale) e il 26% del totale di polveri emesse complessivamente da tutte le navi in attracco sia agli ormeggi di Porto Marghera che di Venezia». Peraltro, va ricordato che nella rilevazione realizzata dall’Arpav tra il 7 settembre e il 27 ottobre del 2013 a Santa Marta, durante il periodo di monitoraggio la concentrazione di polveri sottili superò il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per 10 giorni su 51, pari al 20 per cento.

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