Navi, i comitati all’attacco «Unica soluzione il Lido»
«Omissioni e comportamenti non corretti del ministro. Che alla Camera ha raccontato panzane sulla vicenda delle grandi navi». Il senatore Felice Casson va all’attacco del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. E ieri ha depositato una interrogazione urgente al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in cui chiede «trasparenza» sulla questione delle alternative. L’Unesco si sta occupando di Venezia e delle sue emergenze. Le più critiche restano le grandi opere, il turismo, il collasso della laguna, le grandi navi. Tra qualche giorno il governo invierà a Parigi il rapporto congiunto stilato con il Comune sulla situazione veneziana. Con l’ipotesi sostenuta dal Comune di scavare il nuovo canale Tresse Nuovo. E quella ventilata dal ministro di prendere in esame la soluzione Marghera.
I comitati «No Grandi Navi e Ambiente Venezia» hanno inviato ieri una lettera alla presidente dell’Unesco Irina Bokova. Ricordando come il problema delle grandi navi a San Marco non sia affatto risolto. «A cinque anni dalla tragedia della Costa Concordia e dal decreto Clini Passera», ha detto il portavoce Luciano Mazzolin, «nulla si è fatto. Forse l’intento è quello di lasciare tutto come sta». «Si perde tempo con soluzioni che non si faranno mai come le Tresse», gli fa eco Armando Danella, «e si fa finta di non sapere che un solo progetto è stato presentato e ha avuto parere positivo dalla commissione Via per l’Impatto ambientale, quello del terminal al Lido». Casson annuncia di aver chiesto al Capo del governo «garanzie precise sulla trasparenza e il rispetto delle procedure di legge». Significa, spiega, «che il governo non può parlare di progetti che non esistono a livello definitivo». Chiede anche di sapere di sapere quali incontri si siano svolti al ministero con i rappresentanti delle compagnie di crociera. E «i termini esatti della vicenda del consulente dl ministro, parte attiva in materia di croceristica e legge sui porti, passato di recente alle dipendenze della controparte». E sollecita Delrio a trasmettere, «come prevede la legge», il progetto licenziato dalla Via con esiti positivo al Consiglio superiore dei Lavori, pubblici. In caso contrario», scrive, «saremmo in presenza di danno erariale» «Non si può far finta di non sapere», continua Casson, «che esiste un progetto alternativo già approvato che prevede le navi fuori della laguna, il Venice cruise 2.0. L’ipotesi Marghera è già stata bocciata dalla commissione Via quando sono stati esaminati in fase preliminare di scooping progetti che riguardavano l’area industriale». Si riaccende dunque lo scontro su quale sia la soluzione migliore per togliere le grandi navi da San Marco e dal canale della Giudecca. Massimo Memeghetto, segretario della Femca Cisl, ribadisce il «no» del sindacato alle ipotesi Marghera e Lido. «Le grandi navi a Marghera non ci devono andare», dice, «bisogna tenere la Marittima e realizzare l’off shore».
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