Nave Montecristo, Scussat: «Non torno, il viaggio continua»

Il comandante veneziano della nave assaltata lunedì dai pirati al largo della Somalia, chiama la moglie: «Devo arrivare in Vietnam come da programma»
Pellicani Interpress Venezia, 11.10.2011.- Nella foto: Diego Scussat.- Pellicani Interpress Venezia, 11.10.2011.- Nella foto:Diego Scussat
Pellicani Interpress Venezia, 11.10.2011.- Nella foto: Diego Scussat.- Pellicani Interpress Venezia, 11.10.2011.- Nella foto:Diego Scussat

VENEZIA

La moglie del comandante Diego Scussat, Jacqueline Ruth Cedeno Vera, è finalmente riuscita a parlare al telefono con il marito Diego.

La notizia l’ha data una delle figlie dei coniugi Scussat. E’ stato un momento di liberazione dopo ore di tensione e preocupazione.

La telefonata è di ieri ieri mattina alle 5; il marito, a quanto si è appreso, ha tranquillizzato la moglie confermandole di stare bene e di non aver subito maltrattamenti. Il comandante Scussat, che ha 50 anni ed è veneziano, ha anche detto che, molto probabilmente, farà ritorno a casa dopo aver terminato il viaggio con la motonave Montecristo, diretta come da programma in Vietnam per consegnare un carico di ferro.

L’immensa felicità provata dalla moglie, alla notizia della liberazione del marito, non si è intaccata dopo aver saputo il proposito del marito di proseguire il viaggio. Non manca però un po’ d’apprensione in relazione a questa scelta.

Ma nessuno si è stupito in famiglia. Moglie e figli sanno bene che il comandante Diego Scussat è innamorato del mare e del suo lavoro che lo porta sempre lontano dall’Italia. Ed è anche per questo che i familiari stessi si dicono preparati ad affrontare i molti pericoli che può comportare l’attività del congiunto.

Questa avventura era cominciata lunedì scorso a casa Scussat con una telefonata che avvisava dell’attacco da parte di pirati somali alla motonave comandata dal marittimo veneziano e carica di materiale ferroso. La signora Jacqueline Ruth aveva mostrato subito un grande coraggio, non abbandonandosi allo sconforto, ma affrontando con grande equilibrio questa prova e non consentendo all’accaduto di interferire con il normale, ordinato andamento della vita familiare.

I figli hanno continuato a recarsi regolarmente a scuola e la madre ad andare a prendere il bambino di otto anni alla fine delle lezioni.

Poi, improvvisamente, la gioia è esplosa con la notizia della liberazione da parte dei militari britannici. La moglie del comandante ha espresso con la consueta compostezza il suo sollievo, annunciando però una grande festa in occasione dell’arrivo del marito.

L’assalto dei pirati alla Montecristo era avvenuto alle 6.40 di lunedì mattina, quando era ormai rimasta priva della scorta costituita da una nave militare e da un elicottero giapponesi. Al largo della Somalia, i pirati hanno assalito la Montecristo; subito resosi conto del pericolo, il comandante Scussat ha fatto rinchiudere l’equipaggio nella zona di sicurezza, impedendo così ai malviventi, fino alla fine dell’avventura, di raggiungerlo. «I pirati hanno sparato con le loro armi, poi con un lanciarazzi, e per questo ci siamo chiusi nella cittadella» ha raccontato il comandante, ricordando che i pirati hanno anche tentato di far saltare le porte della camera di sicurezza che era stata saldata dall’interno proprio per evitare questa opzione in favore degli undici banditi del mare.

« Dopo qualche ora – prosegue il comandante della Montecristo -abbiamo avvistato una nave militare, sparato tre razzi di soccorso e lanciato in mare una bottiglia con il messaggio e usato delle luci stroboscopiche staccate da un salvagente». Un comportamento che poi ha permesso ai militari di capire che l’equipaggio stava bene, dando il via libera al blitz delle forze speciali britanniche.

Dopo che i pirati si sono arresi l’equipaggio è uscito indenne dal locale corazzato. Il comandante veneziano e tutti gli altri marinai hanno potuto gioire, abracciandosi. Soprattutto gli italiani, in particolare, l’ufficiale di coperta Stefano Mariotti, l’allievo ufficiale Luca Giglioli, entrambi di Livorno e gli altri marittimi italiani originari di Sardegna, Campania e Trentino Alto Adige.

La motonave Montecristo è la prima portarinfuse, ovvero nave da carico per trasporto di materiali non liquidi, della speciale classe Supermax della Dalmare Spa. La consegna all’armatore toscano Antonio D’Alesio, da parte dei cantieri coreani Hyundai Mipo, era avvenutasolamente il 10 giugno scorso. Una nave nuova di zecca e all’avanguardia.

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