Navalmeccanica, si chiude 55 famiglie senza reddito

Dopo 30 anni di attività anche l’ultimo ramo d’azienda restituito al tribunale inutili i tentativi di salvataggio. Operai delusi: «I manager si sono salvati»
Di Alessandro Abbadir

MIRA. Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda della Navalmecanica. La storica azienda navale di Gambarare di Mira che ha chiuso i battenti e ha licenziato anche gli ultimi operai rimasti. Ha trovato invece occupazione, come consulente di una ditta dello stesso comparto, l’ex proprietario Nelvio Ferretto che ha portato di fatto l’azienda a chiudere definitivamente. Si è volatilizzato con il licenziamento degli operai anche l’ultimo spiraglio per una soluzione positiva della vicenda, quando pareva che negli ultimi mesi un’altra azienda dello stesso settore potesse rilevarla.

La storica azienda della cantieristica mirese ha portato i lavoratori nel giro di 4 anni da 55 a 5. Nei mesi scorsi anche la Tecnoyacht, l’azienda che aveva preso in affitto un ramo d’azienda, aveva rinunciato a continuare l’attività riconsegnando le chiavi i mano al Tribunale di Venezia che gestiva la procedura concorsuale per la liquidazione dell’attività.

Navalmeccanica era attiva da circa 30 anni e fino a 5 anni non aveva mai conosciuto problemi. Aveva alle sue dipendenze 55 fra impiegati ed operai. Era un cantiere navale altamente qualificato, in grado di realizzare piccole e medie imbarcazioni in acciaio e lega di alluminio 5083. Poi la situazione è andata di male in peggio. Con l’accordo del 2012 la Tecnoyacht, una azienda del trevigiano, aveva assunto 17 dei 34 dipendenti. Dopo 2 anni le cose hanno cominciato ad andare male anche per questa azienda tanto che ha tagliato ancora personale. Dopo la riconsegna dell’affitto del ramo d’azienda la situazione è diventata disperata. Anche le istituzioni come l’ex provincia e il Comune avevano provato a intervenire ma senza successo. «Avevano sperato che una azienda di Fusina», spiegano gli operai licenziati, «potessimo ripartire. Invece questo dilungarsi dei tempi era funzionale solo a chiudere l’attività. La ditta di Fusina si è tirata indietro ed è scattato il licenziamento. Per gli ultimi 5 dipendenti che erano rimasti quello che fa davvero rabbia è vedere che l’ex titolare dell’azienda Nelvio Ferretto alla fine ha trovato una sistemazione mentre nel corso di questi anni 55 famiglie della Riviera del Brenta sono finite nella disperazione. Abbiamo l’impressione che tutto questo tempo sia solo servito a sbrogliare a livello amministrativo alcuni problemi che si erano creati con le varie gestioni. Risolti gli ultimi inghippi ci hanno spedito tutti a casa ».

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