Nata grazie a un miracolo il parroco incontra il papà
DOLO. Tutta la comunità di Arino di Dolo ieri mattina era visibilmente e positivamente sorpresa, dalla notizia data dal parroco della chiesa di Santa Libera di Malo, don Giuseppe Tassoni, della guarigione della piccola Giulia, quando era ancora in grembo alla mamma. Amici e vicini, in tanti hanno chiesto informazioni al papà Sandro Giorgiutti e alla mamma Federica su cosa fosse successo nel 2010, e a compiacersi con loro dell’accaduto. A fare una visita alla famiglia sarà nei prossimi giorni anche il parroco del paese don Sergio D’Adam.
Il papà ha raccontato lunedì, dopo l’annuncio del parroco di Malo, che alla bimba dopo la prima ecografia verso i 4-5 mesi di vita, vennero subito diagnosticati dei gravi problemi di salute. I medici, ha raccontato il padre, «ci spiegarono che c’erano delle grosse cisti a livello del fegato e in altre zone del corpo del feto. Che pregiudicavano la vita della nostra bambina e il suo futura. Eravamo disperati, abbiamo consultato diversi medici ma tutti ci davano lo stesso responso». La situazione migliorò inspiegabilmente secondo i genitori dopo il pellegrinaggio della coppia alla chiesa del vicentino. Le cisti e le malformazioni assicura il papà e mamma di fatto sparirono e al momento della nascita Giulia era sana. Per ringraziare la Madonna, i genitori chiesero alle Diocesi di Venezia e Vicenza la possibilità di far battezzare lì la loro figlia.
«Mi ricordo il fatto», spiega il parroco di Arino don Sergio D’Adam. «I genitori motivarono la loro richiesta come un fatto di fede e questa motivazione fu accolta dalle autorità ecclesiali. Il papà e la mamma di Giulia sono persone che conosco e che vengono assiduamente in chiesa. Si tratta di persone credenti. Ora mi recherò da loro per capire meglio cosa è successo. Per far luce cioè su questo importante fatto di fede che ha coinvolto una famiglia della nostra piccola comunità cristiana».
Intanto papà Sandro, che lavora come operaio al Petrolchimico di Marghera, ieri oltre che dai vicini di casa e dalla gente del paese, è stato subissato di domande dai colleghi di lavoro. «Non siamo una famiglia che cerca le luci della ribalta», spiega Giorgiutti, «questo era un fatto di fede di cui non avevamo mai parlato finché a parlarne non è stato il parroco di Malo a cui siamo fortemente legati. Questa mattina letta la notizia tanti miei compagni di lavoro hanno voluto sapere. Siamo, va detto, ancora grati alle diocesi per averci fatto battezzare Giulia a Malo. Un paese e una chiesa che andiamo a visitare ogni volta che possiamo».
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