Nascose il bimbo nella valigia, patteggia 3 anni

Il trasportatore afghano era stato arrestato al porto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Mion Interpress Venezia,28.01.2009.- Terminal Tronchetto: trovato dalla Polizia di Frontiera, clandestino nascosto sotto un camion, proveniente dalla Grecia, sbarcato dalla nave traghetto "Sophocles V."
Mion Interpress Venezia,28.01.2009.- Terminal Tronchetto: trovato dalla Polizia di Frontiera, clandestino nascosto sotto un camion, proveniente dalla Grecia, sbarcato dalla nave traghetto "Sophocles V."

MESTRE - Tre anni di reclusione e dodicimila euro di multa. Questa la pena patteggiata dal 36enne afghano accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per il bambino di cinque anni, afghano pure lui, che aveva chiuso nel trolley per oltrepassare la dogana al Porto di Venezia. Il suo difensore, l’avvocato Patrizia Vettorel, ha raggiunto l’accordo con il pubblico ministero Carlotta Franceschetti e a emettere la sentenza è stato il giudice dell’udienza preliminare Antonio Liguori.

I fatti sono del 5 dicembre dello scorso anno. A intercettare l'afghano sono stati gli agenti della Polizia di frontiera in servizio al porto. L'uomo, che aveva viaggiato con il bambino al seguito, quando è stato il momento di scendere ha infilato il piccolo nel trolley che aveva con sè, in quanto temeva che al controllo dei documenti la polizia gli avrebbe chiesto spiegazioni sul bambino. Del resto all'occhio attento dei poliziotti difficilmente sarebbe passato inosservato un uomo che viaggia da solo con un bambino così piccolo. Sta di fatto che, al controllo, i poliziotti si sono accorti che i documenti dell'uomo avevano qualche cosa che non andava. Poi quel trolley . A un agente sembrava che dal bagaglio fosse arrivato un rumore. A quel punto hanno aperto il trolley e la sorpresa che è uscita aveva due occhi neri come i capelli che cingevano il volto del piccolo che, mezzo impaurito, è uscito dal bagaglio. Subito è intervenuta un'agente donna che si è presa cura del piccolo in attesa dell'arrivo degli addetti dei servizi sociali del Comune.

È emerso che il 36enne, non più tardi di alcuni mesi fa, era stato fermato mentre cercava di far entrare in Italia una ragazzina afghana per un ricongiungimento con i genitori in Germania. Infatti, anche in questo caso l'uomo doveva raggiungere la Germania per consegnare ai parenti, che non possono lasciare quel paese altrimenti perdebbero il diritto di rimanerci.

Nel corso dell'unico interrogatorio sostenuto dall’uomo, aveva spiegato di aver solo voluto aiutare la famiglia del bimbo - spiegando di averlo chiuso nella valigia giusto il tempo dello sbarco, non certo durante il viaggio - e che la sua meta era la Germania, dove ad attendere il bambino sarebbero stati i parenti. Aveva spiegato di averlo fatto per spirito umanitario, senza ricevere alcun compenso, dopo aver casualmente conosciuto in Grecia un connazionale, che gli aveva raccontato la storia del bimbo separato dai genitori.

In realtà in Germania c’era lo zio del piccolo, che ora è stato affidato ad una famiglia italiana. Il sospetto, comunque, è che l’indagato sia stato profumatamente pagato dalla famiglia per trasferire il piccolo dall’Afghanistan alla Germania. (g.c.)

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