Nasce a Mestre il giardino dei “frutti dimenticati”
Inaugurato sabato mattina, alla Fattoria Sociale “Casa di Anna” di Zelarino, un’oasi di bioversità che ospita diverse varietà di alberi da frutto antichi, presenti un tempo nelle campagne che oggi rischiano di scomparire

Inaugurato alla Fattoria Sociale “Casa di Anna” di Zelarino, il progetto dell’architetta Laura Villani che s’ispira a quanto realizzato da Tonino Guerra, indimenticato poeta e sceneggiatore, a Pennabilli, sull’Appennino riminese. Il Giardino dei frutti dimenticati è un’oasi di bioversità che ospita diverse varietà di alberi da frutto antichi e oggi a rischio estinzione.

L’iniziativa, realizzata grazie al contributo del Lions Club International che ha investito 15.000 euro, ha visto la piantumazione di sei alberi donati dall’associazione “Patriarchi della Natura” impegnata nel monitoraggio e nella salvaguardia del patrimonio arboreo italiano e presente all’inaugurazione con il presidente Sergio Guidi. Frutti e alberi dai nomi curiosi, come il Biricoccolo, un incrocio tra un susino e un albicocco, la cui coltivazione risale al 1700, ora si trovano tra Gazzera e Zelarino, in campagna.

Presenti alla inaugurazione Comune, Ulss 3 e tanti altri. Messaggi da Luca Zaia e della vedova di Guerra. Piero Pellegrini, fondatore di “Casa di Anna”spiega: «L’idea è di proporre un giardino sensoriale in cui immergersi e in cui sia possibile stimolare i sensi e la memoria di persone disabili o malate d’Alzheimer. Il sapore dei frutti, il loro odore, i loro colori potrebbero risvegliare ricordi d’infanzia e aiutare in patologie neurodegenerative, ma più in generale le persone anziane».

Il Giardino dei frutti dimenticati è un giardino realizzato come tributo al Maestro Tonino Guerra in cui sono stati piantati sei alberi patriarcali salvati dall’oblio prima che sparissero definitivamente, donati dall’Associazione Patriarchi della Natura. Presente all’inaugurazione il presidente dell’associazione Sergio Guidi che ha sottolineato: «Ci occupiamo di salvaguardare e recuperare piante antiche fin dagli anni ‘80, il nostro archivio conta oltre 13.000 esemplari. Grazie all’intervento di agronomi e naturalisti, il nostro impegno si rivolge anche alla riproduzione di queste piante: recuperiamo il loro DNA, il cosiddetto germoplasma, per farlo rivivere. Un’operazione ora più che mai urgente, alla luce della minaccia dei cambiamenti climatici: questi alberi da frutto, più resilienti e sopravvissuti a molte avversità climatiche nel corso dei secoli, sono ideali per affrontare le sfide di domani».

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