Nardin, crack e truffa La parola alle vittime

Al via il processo per il commercialista che non versò i contributi dei suoi clienti In molti hanno chiuso bottega, schiacciati dai debiti dell’Agenzia delle Entrate

JESOLO. Caso Nardin, si va a processo. Ieri si è svolta l’udienza filtro al tribunale di Venezia per la programmazione delle prossime straordinarie che saranno precisamente il 16 febbraio e 20 marzo del 2017, già fissate dal presidente del tribunale.

Si entrerà così nel vivo del dibattimento, tra accusa e difesa, ascoltando finalmente i testi previsti. Tra questi sono compresi accertatori, guardia di finanza, consulenti del pubblico ministero e della difesa. Un lungo elenco che non mancherà di stupire dati i numerosi casi di attività coinvolte. Finalmente potranno essere ascoltate anche le vittime, o almeno una parte, verosimilmente il 20 marzo, un momento che potrà essere di sfogo complessivo per chi ha dovuto subire così tanto in questi anni.

Per l’avvocato Victor Rampazzo, che ha difeso una consistente parte dei truffati dal ragioniere Nicola Nardin, la fissazione delle due udienze straordinarie è sicuramente un passo in avanti che, visti i tempi della giustizia, esclude la possibilità che i reati vadano in prescrizione.

La condotta di Nardin, che gestiva tranquillamente il suo studio commercialista a Jesolo prima del famoso crack finanziario, ha coinvolto almeno una quarantina di attività commerciali, tra gelaterie, ristoranti, pizzerie e molte altre. Quando sono arrivate le lettere dall’Agenzia delle Entrate, molti hanno scoperto che il loro studio commercialista non aveva versato i tributi. Ma, nonostante avessero affidato al ragioniere i loro conti, i responsabili sono diventati loro, purtroppo. Nardin infatti non aveva versato i contributi e varie incombenze con il Fisco per oltre due milioni di euro.

Molti imprenditori e commercianti di Jesolo avevano lamentato che non avesse messo in pagamento neppure le bollette. Dopo quella batosta subita, tante attività hanno chiuso i battenti a causa delle pendenze con il fisco e i debiti accumulati.

Una pagina nera per l’economia di Jesolo che purtroppo è stata già voltata. La vita va avanti e chi ha dovuto chiudere è rimasto solo di fronte a una realtà spietata e a una legge che non tutela questi casi come dovrebbe. Di recente anche altre attività sono fallite perché intanto, prima degli esiti dei processi, sono i proprietari che devono pagare per i mancati versamenti del ragioniere commercialista che ha messo in ginocchio una parte del mercato jesolano.

Un colpo, come ha detto dal Consiglio comunale il consigliere Giorgio Pomiato, che peserà inesorabilmente sull’economia della città per i prossimi anni.

Giovanni Cagnassi

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