Mutui a prestanome di Pan Il pm: le banche sapevano
MESTRE. Per il pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo, Veneto Banca, Carive e Carige non devono avere un euro di ciò che hanno chiesto all’imprenditore cinese Keke Pan, condannato a cinque anni e mezzo di reclusione e al quale è stato confiscato l’intero patrimonio immobiliare.
Parlando davanti al Tribunale delle misure di prevenzione presieduto dal giudice Angelo Risi, il rappresentante della Procura lagunare ha sostenuto che i funzionari dei tre istituti di credito che hanno concesso mutui (per poco più di un milione Veneto Banca», per 205 mila euro Carige e per 141 mila euro Carive) ben sapevano che gli immobili, seppur intestati a cinesi o italiani, erano di proprietà di Keke Pan, essendo i nomi che comparivano sulla documentazione semplicemente dei prestanome.
Le intercettazioni disposte durante l’inchiesta, infatti, avrebbero rivelato anche che, quando non veniva pagata la rata del mutuo, i funzionari delle banche non chiamavano certo colui al quale era intestato l’immobile, telefonavano invece direttamente al «re di via Piave». Sapevano, dunque, che il vero proprietario era lui e che i mutui andavano a lui. Per questo il pm Terzo ha sostenuto che non erano in buona fede e che, per questo, lo Stato non debba pagarli. Diversa la situazione per gli altri creditori: comunque il Tribunale ha rinviato l’udienza al 19 aprile.
I giudici dovranno decidere se l'amministrazione statale dovrà pagare i debiti, che ammontano a quasi due milioni e mezzo di euro, dell'imprenditore cinese, visto che il suo intero patrimonio immobiliare e i suoi soldi sono stati sequestrati prima e confiscati poi per ordine della magistratura, in seguito all'inchiesta penale. Complessivamente i creditori sono 23 e le cifre più consistenti l'ex re di via Piave le doveva soprattutto alle banche. Grazie ai fidi che gli istituti di credito gli avevano concesso, infatti, Keke Pan ha potuto costruire il suo impero immobiliare: senza quei mutui non sarebbe arrivato a possedere decine di appartamenti, spesso intestati a prestanome cinesi ma anche italiani.
Il conto più salato, dunque, l'ha presentato Veneto Banca, poi ci sono, oltre alla Carive e alla Carige, Intesa San Paolo con 150 mila e la Banca cooperativa di Santo Stefano con 57 mila. La lista dei creditori è ancora lunga: c'è Equitalia che vuole 195 mila euro, la Complet Edil, una ditta edile intervenuta per la manutenzione dei condomìni dell'imprenditore di via Piave, che vuole 170 mila euro, la «New Stargate», società che ha dato in affitto le slot machine per i suoi locali, sostiene di aver anticipato 119 mila euro.
Giorgio Cecchetti
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