Musulmani in preghiera per la festa del sacrificio

In migliaia radunati all’alba, prima di andare al lavoro a Mestre, Spinea e Quarto Sale invase in città e a Marghera, pranzo comunitario aperto ai credenti cattolici
Di Marta Artico

MESTRE. I musulmani hanno celebrato ieri la Eid al-Adha (festa del sacrificio). Tappetino in spalla in migliaia si sono svegliati all’alba per recarsi a pregare nei vari luoghi di culto per onorare la seconda più importante ricorrenza del mondo islamico. Così come fanno i loro “fratelli” che pregano alla Mecca, i musulmani di Mestre, Quarto d’Altino, Spinea, Jesolo hanno ripetuto il gesto, ciascuno dove e come poteva. In tanti hanno affittato spazi comuni, dove ascoltare la predica dell’Imam. I turni di preghiera più affollati sono stati quelli del mattino, poi tutti al lavoro.

Il sacrificio che si ricorda è quello ordinato da Dio ad Abramo: un momento centrale nella storia islamica, da cui prende vita il rito sacrificale, simbolo della sottomissione alla volontà di Dio che in origine, oltre alle preghiere, prevede anche l'offerta di un animale. La Eid al-Adha inizia il decimo giorno di dhu'l-hijja, l'ultimo mese del calendario islamico a conclusione dell'annuale Hajj, o pellegrinaggio alla Mecca e cade circa settanta giorni dopo il Ramadan.

In provincia si è pregato a Quarto d’Altino, in zona industriale: dalla scorsa estate la comunità che fa capo a Mohamed Amrani, italiano di origine marocchina, ha affittato un capannone in via Pascoli. Donne, uomini, bambini, si sono ritrovati per scambiarsi gli auguri. Soddisfatto il presidente, il quale ha spiegato che nel centro culturale di Quarto convergono diverse etnie, dall’Algeria alla Tunisia al Togo. «Quello realizzato qui è un luogo accogliente» ha spiegato il sindaco Silvia Conte, che ha partecipato alle celebrazioni «si fa cultura, si prega, è aperto ai non musulmani come ci è stato spiegato e ai fedeli di molti Paesi».

A Spinea la comunità musulmana ha pregato in via Negrilli, sempre in zona Industriale, in un centro aperto già l’anno passato. A Mestre bengalesi, indiani e pakistani sono andati a pregare vicino alla Prefettura, dove il Centro culturale islamico bengalese di via Paolucci ha affittato come a luglio la palestra ex Edison di via Mameli. In centinaia hanno affollato la moschea della Misericordia di via Monzani, sede della Comunità islamica di Venezia, una delle sale più grandi, che riunisce quaranta etnie differenti. Sempre i bengalesi, la comunità più popolosa del Comune, hanno affittato come per il Ramadan, la ex Plip di via San Donà, dove hanno pregato a turni. In preghiera anche nel piazzale della Madonna Pellegrina, in via Costa. Secondo la tradizione, dopo aver ringraziato Allah si pranza insieme, mangiando carne “halal” macellata secondo le regole islamiche. Ma la Festa del Sacrificio, prevede anche la convivialità, il rinsaldamento dei legami familiari, l’offerta per i poveri.

Ecco perché al ristorante Fairouz di via Olivi 60, I fratelli Ibrahim e Kheireddine Hoda hanno organizzato un pranzo comunitario a base di spiedini di agnello, tartare e altre specialità, al quale hanno invitato fratelli di varie nazioni, il responsabile dell’Ufficio Immigrazione del Comune Gianfranco Bonesso, i frati cappuccini e i sacerdoti del Duomo di Mestre. In serata la presentazione dei corsi e ancora festa per cena. Anche i turco-macedoni si sono riuniti per la preghiera, sempre a Marghera.

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