Muson inquinato? Si tuffano in venti: in acqua anche i bambini

L’associazione “Valore ambiente” ignora l’avvertimento di Arpav e Comune. Al “Big jump” hanno partecipato anche alcuni minorenni dei Centri estivi

MIRANO. In acqua nel Muson? Si tuffano anche i bambini. Valore Ambiente “sfida” il Comune: al bagno collettivo nel bacino dei Molini di Sopra partecipano in venti e la maggior parte sono i ragazzini del centro estivo Barizza, gestito dalla stessa associazione. Dopo l’altolà di Comune e Arpav, che avevano paventato il rischio di salmonellosi, l’associazione ambientalista di Giancarlo Furlan tira dritto e schiera in costume da bagno lungo le rive del fiume i giovanissimi partecipanti al centro estivo, tutti tra i 6 e i 13 anni.

Una dozzina quelli che hanno avuto l’autorizzazione dei genitori a calarsi nelle acque del fiume. Gli altri sono rimasti nel campeggio, accogliendo l’invito di Comune e agenzia regionale per l’ambiente, che giovedì avevano stroncato l’iniziativa allertando i partecipanti: «Fare il bagno nel Muson non è sicuro, chi partecipa lo fa a proprio rischio e pericolo». «Solo allarmismi» è la replica di Furlan prima di tuffarsi egli stesso nel Muson. Al “Big jump”, il grande tuffo collettivo organizzato in tutta Europa per sensibilizzare al recupero della balneabilità dei corsi d’acqua, non partecipano i miranesi, forse proprio allarmati dal comunicato comunale.

Valore Ambiente però in acqua ci ha portato i suoi ragazzi. «Facciamo la pulizia del bacino tutti i giorni», spiega Furlan, «anche se non ci compete. Noi questo fiume lo viviamo, non siamo sprovveduti. Per l’Arpav le acque non sono pulite? Spetta a loro l’onere della prova. Noi abbiamo le nostre analisi. Parliamo per questo tratto di fiume, dove le abbiamo effettuate, la salmonella non è un parametro per stabilire la balneabilità».

Per Furlan insomma il fiume è sicuro. Tanto che il “Barizza” organizza di continuo attività con bagni e scuola di kayak. «Le precauzioni ci sono, è chiaro che non bisogna bere quest’acqua e i ragazzi non lo fanno, poi tutti ci facciamo una doccia accurata. Ma questa è sempre stata la piscina dei miranesi, 50 anni fa le acque erano anche più sporche perché vi si scaricavano liquami dalle campagne. Se Comune e Arpav hanno dati diversi dai nostri perché non emettono un’ordinanza istituendo il divieto di balneazione?».

«Abbiamo fatto quanto chiesto da Arpav e Ulss», spiega il sindaco Maria Rosa Pavanello, «ovvero avvisare con urgenza i cittadini che il bagno nel Muson può comportare rischi. Tutti i fiumi veneti sono monitorati ma nessuno può dire che non vi siano rischi».

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