Musolino: «Ecco come ripartirà il porto»
CHIOGGIA. Porto in affanno, scavo dei canali e nuovo Piano regolatore per ridare ossigeno alle attività. Lo ha detto in modo molto chiaro il presidente dell’Autorità di sistema portuale Alto Adriatico, Pino Musolino, a Chioggia qualche giorno fa per presiedere all’interclub di Lions e Rotary dedicato alla portualità. Musolino ha confermato che il 2017 è stato un anno da dimenticare con una flessione del 30% sul traffico merci e addirittura del 45% sui fatturati. I due presidenti, Giorgio Morelli (Lions) e Salvatore Torcellan (Rotary), hanno spiegato come la serata, centrata sulla riforma della legge sui porti e sulle prospettive dello scalo di Chioggia, rientri appieno negli obiettivi dei club che devono stimolare enti e istituzioni su tematiche di interesse civico, economico e culturale. La presenza di Musolino ha permesso di entrare nel dettaglio della nuova legge sui porti che dal 2016 ha introdotto le autorità di sistema portuale, improntate a una gestione manageriale degli scali.
Tra le competenze delle nuove autorità c’è l’elaborazione del Prg del porto, per Chioggia strumento fondamentale per pianificare strategie di sviluppo per contrastare la parentesi fortemente negativa.
«I problemi da affrontare sono molti», spiega Musolino, «il calo drastico del traffico che nel 2017 è sceso del 30% con un fatturato ridotto del 45%, lo scavo dei canali dato che solo due banchine arrivano a meno 7 metri, mentre le altre oscillano tra meno 4 e meno 6 con la conseguenza che le grosse navi mercantili fuggono in scali con pescaggi maggiori, e lo stallo della crocieristica che negli ultimi due anni ha registrato solo due attracchi in deroga». Musolino si è limitato a una fotografia della situazione specificando a più riprese che la nuova autorità, al momento, non ha margini di movimento su Chioggia.
«Solo nei primi mesi del 2018 il Ministero delle infrastrutture ha chiarito le competenze dell’Autorità», spiega Musolino, «che al momento non ha alcun titolo per operare nel porto di Chioggia, ma nel corso del 2018 la confusione decisionale dovrebbe definitivamente risolversi. Da quel momento si potrà definire al meglio il ruolo di Chioggia, da sviluppare in sinergia con il contesto portuale veneto, per offrire servizi in grado di stimolare prospettive di sviluppo e, di conseguenza, lavorative. Uno degli strumenti per farlo sarà la redazione di un Prg del porto in grado di favorire un uso sostenibile della laguna, incentrato sull’accessibilità nautica per le merci, per favorire investimenti privati coerenti con il piano di sviluppo del territorio, per favorire in un’ottica ambientale e di mercato i collegamenti ferroviari con il retroterra, avviare sinergie con altri comuni, per la realizzazione di un sistema logistico portuale integrato, così come indicato dal nuovo Piano nazionale strategico della logistica e dei porti». Musolino ha ricordato le peculiarità dello scalo clodiense adatto a sviluppare un sistema integrato con portualità, crocieristica, attività peschereccia, fluvialità, pesca turismo, diportismo, imprese di trasformazione dei prodotti ittici.
Altro punto nero il trasferimento del mercato ittico all’ingrosso. «Chioggia deve presentare idee e progetti chiari», precisa Musolino, «che indichino dove lo si vuole localizzare così da consentire all’Autorità di rispondere nel merito e sulla fattibilità dell’opera. Per lo sviluppo del porto occorrerà fare massa critica, saper fare squadra, avere idee chiare, pianificare e progettare insieme. Lo sviluppo creerà possibilità occupazionali soprattutto per i giovani».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia