Musolino affonda il deposito Gpl a Chioggia: «Io non l’avrei mai voluto»

Il presidente del Porto: da una stazione di bunkeraggio di 1.350 metri cubi si è arrivati in sei mesi a un deposito di 9 mila, ora decideranno le commissioni

CHIOGGIA. «Mai metterei una firma per far entrare in funzione l’impianto Gpl». Il presidente dell’Autorità portuale di sistema dell’Alto Adriatico, Pino Musolino, ha rivelato di nutrire forti perplessità sull’iter che ha portato all’autorizzazione interministeriale per il deposito costiero, ammettendo che vi riscontra «se non errori quantomeno omissioni» tanto che «si potrebbe anche pensare male».

Musolino è intervenuto sulla questione Gpl, ma anche sul futuro del porto e sulla crocieristica, mercoledì al convegno “Prospettive economiche della città di Chioggia”, promosso dal settimanale diocesano Nuova Scintilla. Musolino ha parlato immediatamente dopo la presentazione della relazione economica sulla città realizzata dal commercialista Carlo Albertini. . Albertini chiosava la lunga disamina delle economie di Chioggia (pesca, turismo, porto, diporto, agricoltura) calcolando il valore del sistema Chioggia, stimato da lui in sette miliardi di euro, e la svalutazione derivante dalla messa in funzione dell’impianto, stimata nel 10%, e chiedendosi “a chi giova?”.

«Non so rispondere a questa domanda», spiega Musolino, «io arrivo a valle di un percorso lungo. Sono stato nominato nel 2017, ma formalmente ho preso le redini del porto di Chioggia da poche settimane. Posso però dire che se fosse stato chiesto a me se si può fare una cosa del genere in quel posto avrei risposto “neanche morto”. Mi sono ritrovato qui con un’eredità pesante e nell’ultimo periodo ho anche assistito a rimpalli fastidiosi. Mi sono preso la briga di leggere la mole di documenti che il comitato No Gpl mi ha fornito e devo dire che ne emerge un filotto di distrazioni amministrative dal 2012 a oggi che se uno volesse essere malizioso… Si dice che tre indizi fanno una prova, qui di indizi ce ne sono, a volte non servono errori palesi bastano omissioni, basta non vedere nel momento giusto. Si parte una stazione di bunkeraggio di 1350 metri cubi di gasolio, perfettamente compatibile col contesto, e si arriva nell’arco di sei mesi a un deposito di gpl da 9.000 metri cubi. Negli ultimi mesi ho avuto la sensazione che si volesse scaricare sull’Autorità portuale la risoluzione del problema. Chiaro che non può essere così».

Foto Agenzia Candussi/ Favarato/ Marghera, VEGA, sede Confindustria/ Venice LNG presenta il deposito di GNL a Porto Marghera - nella foto: Pino Musolino, pres. porto
Foto Agenzia Candussi/ Favarato/ Marghera, VEGA, sede Confindustria/ Venice LNG presenta il deposito di GNL a Porto Marghera - nella foto: Pino Musolino, pres. porto


Fallita la strada di contestare l’assenza del titolo paesaggistico, bocciata prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato, Musolino rivela il nuovo percorso individuato a Roma nel recente incontro con i tecnici del ministero dello Sviluppo economico e del ministero delle Infrastrutture a cui ha preso parte assieme al sindaco Alessandro Ferro.

«Gli strumenti per bloccare la messa in funzione sono all’interno dello stesso decreto autorizzativo», spiega Musolino, «che prevede che alla fine dell’opera siano nominate due commissione interministeriali che dovranno valutare i requisiti per la messa in funzione a partire dal rispetto della Seveso 3. Qualcuno dovrà iniziare a mettere delle firme. Chi lo farà? Se fosse chiesto a me, io non firmerei».

Anche il Comune conta sull’esito dei lavori delle commissioni. I lavori al deposito dovrebbero chiudersi entro il 26 maggio (termine di scadenza della proroga), a quel punto la ditta dovrà notificare al Mise la chiusura e il Mise avrà 30 giorni per convocare le commissioni che dovranno pronunciarsi entro 180 giorni. «La sicurezza sarà un nodo centrale», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «qualcuno dovrà certificare come possa coesistere nel canal Lombardo esterno il transito delle navi gasiere con quello dei pescherecci, dei mercantili e dei mezzi da diporto».

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