Musile, l’Agrivillage non decolla: in arrivo un’altra proroga

Il consiglio comunale si riunirà per discutere la richiesta dell’azienda che ha presentato il progetto. Sarebbe il terzo rinvio, l’opposizione protesta
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - AREA SU CUI SORGERA' "AGRIVILLAGE"
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - AREA SU CUI SORGERA' "AGRIVILLAGE"

MUSILE. Agrivillage a Musile: l’azienda Antonio Sv, proponente del progetto, chiede al Comune un’ulteriore proroga di sei mesi. Se accolta, si tratterà della terza ai termini di decadenza della variante urbanistica, dopo quelle già concesse lo scorso anno a maggio e novembre. La richiesta sarà discussa martedì in consiglio comunale. Ma l’opposizione di centrosinistra e il comitato dei residenti sono già sul piede di guerra, invocano chiarezza e chiedono che in aula sia ascoltato il promotore. Che avrebbe motivato la richiesta con l’imminente ingresso nella compagine sociale di un nuovo investitore di fama internazionale.

«La nostra posizione è di forte preoccupazione», spiegano dalla lista di minoranza Insieme per Musile, «abbiamo da sempre sostenuto che Agrivillage può essere un’occasione di sviluppo, ma che si doveva pretendere fin da subito trasparenza sulla sostenibilità finanziaria della società proponente, sugli investitori e richiedere garanzie certe a tutela del Comune e dei cittadini coinvolti. Cosa che, per quello che sappiamo, non è avvenuta o è avvenuta parzialmente».

«Così pure», proseguono dall’opposizione, «non riteniamo sufficienti le motivazioni che adesso portano il sindaco a non tenere fede all’impegno dichiarato nel consiglio del 17 novembre scorso, ovvero che la proroga concessa sarebbe stata in ogni caso l’ultima».

Invece si profila l’ennesimo rinvio all’accordo siglato nel maggio 2016. Oltre che la notizia dell’ingresso di un nuovo investitore («la cui identità è ancora segreta», rilevano però dall’opposizione), nella richiesta di proroga emerge un nuovo elemento. «È la disponibilità da parte di Antonio Sv di versare 100 mila euro come anticipo degli oneri di urbanizzazione eventualmente dovuti all’amministrazione. Ma con una formula machiavellica», aggiungono dall’opposizione, «e tutto questo dovrebbe sostituire almeno in questa fase le garanzie fideiussorie».

«Ma il nuovo investitore è venuto fuori solo ora? Perché proprio sei mesi di proroga? », chiedono i consiglieri Vanio Trombelli e Roberto Montagner che, ricordando come Agrivillage sia stato un cavallo di battaglia della Lega, non nascondono possibili implicazioni politiche. I sei mesi farebbero infatti oltrepassare le Politiche e le Amministrative di San Donà.

«Forse il periodo elettorale non aiuta a fare chiarezza. Di certo, vogliono dire altri sei mesi di incertezza per le famiglie che abitano lì. Così per l’amministrazione c’è il rischio di perdere credibilità», concludono.

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia