Musica alta nel suo locale. Rischia un mese di carcere
JESOLO. Musica troppo alta nel suo locale, adesso il gestore di un pubblico esercizio vicino a piazza Marina rischia addirittura di finire in galera per un mese se non provvederà a pagare la sanzione di circa 15 mila euro. Sono già in tutto cinque i procedimenti ai danni di gestori locali al lido, per la violazione dell’articolo 659 del codice penale. Quattro sono del tutto nuovi e vanno a colpire locali finora estranei a queste vicende. Il disturbo della quiete pubblica miete altre vittime, tra le quali il cantante Ivo Gallo, che suona nel suo locale B. Live vicino a piazza Marina, cui già furono sequestrate le chitarre nell’estate 2014, suscitando molte polemiche. Ora le sue adorate chitarre sono state dissequestrate, ma con il decreto di condanna che prevede appunto il pagamento della sanzione da 15 mila euro, o un mese di carcere.
Dovrà subire un trattamento come un criminale. Così stanno le cose. I suoi legali sono già al lavoro per elaborare un’adeguata strategia difensiva. A Jesolo non si scherza con la quiete pubblica e ne sanno qualcosa i cinque locali di piazza Mazzini che furono sequestrati dopo anni di polemiche e centinaia di firme dei comitati. Il tutto è chiaramente definito nelle raccomandate recapitate a titolari e gestori di quattro pubblici esercizi, tra piazza Mazzini e piazza Aurora, più quello di Gallo verso piazza Marina.
I quattro procedimenti sono relativi agli anni tra il 2012 e 2013. Evidentemente la musica non è ancora cambiata e per il momento ci sono diversi gestori di locali che stanno tremando per i controlli del passato. I quattro procedimenti avviati ai danni degli esercizi, senza contare quello di piazza Marina, sono tutti locali che finora non erano mai incappati nell’articolo 659. Ivo Gallo invece, in occasione dei suoi seguitissimi concerti live, si era visto sequestrare due chitarre. E adesso gli arriva anche la sanzione da 15 mila euro.
«Per aver suonato due chitarre», dice Mirco Crosera dall’opposizione, «e nel 2014 e alle 22.30, ci sono musicisti che rischiano un mese di carcere. Li immagino già in carcere assieme a qualche stupratore o spacciatore. Caro sindaco, mi pare si sia toccato il fondo del barile». Il sindaco, Valerio Zoggia, invita a non perdere la calma: «Questa confusione è ormai passata, frutto di una serie di questioni pregresse. Il Comune ha già fatto il dovuto ordine in questa intricata materia della musica e delle quiete pubblica».
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