«Musei, ritirare il bando da 30 milioni»

La Cgil: cancellata la clausola sociale che garantisce la riassunzione. Futuro a rischio per parte dei 450 lavoratori

La Fondazione Musei Civici va avanti e - nonostante le contestazioni e le minacce di sciopero di sindacati e dipendenti delle cooperative dei servizi museali, rientrato per la precettazione della Prefettura - ha indetto il nuovo bando d’appalto per la gestione del servizio. Un bando anticipatamente messo in discussione dai circa 450 lavoratori delle cooperative che operano nei musei civici, perché - al contrario del passato - non offrirà loro garanzie certe sulla prosecuzione del loro impegno.

Il bando emesso riguarda i servizi di sorveglianza, accoglienza e ricezione del pubblico, biglietteria, biblioteche e vigilanza armata.

L’importo è di circa 29 milioni e 251 mila euro e la durata è di soli due anni (con possibile rinnovo) rispetto ai 7 di quello precedente. Ma per quanto riguarda la riassunzione dei lavoratori già in servizio da parte delle imprese che si aggiudicheranno l’appalto - come fino a oggi sempre avvenuto, grazie alla cosiddetta clausola di salvaguardia sociale inserita nel bando - la Fondazione Musei civici si affida alla discrezionalità dei nuovi appaltatori.

«Si precisa che al fine di garantire i livelli occupazionali e la continuità del servizio» si legge infatti nel testo del bando «in caso di aggiudicazione, l’appaltatore valuterà l’assunzione e l’utilizzazione, in via prioritaria, per l’espletamento dei servizi, del personale precedentemente adibito al servizio (quali soci lavoratori o dipendenti del precedente aggiudicatario) a condizione che il loro numero e la loro qualifica siano armonizzabili con l’organizzazione d’impresa prescelta dall’appaltatore subentrante e con l’applicazione da parte dello stesso dei contratti collettivi di settore». Insomma, il nuovo gestore valuterà se riassumere o no i vecchi dipendenti in base alle proprie esigenze. Le offerte per la gara andranno presentate entro il 29 maggio.

È una linea, questa, che i sindacati non possono accettare, come spiega anche Renato Giacchi della Filcams Cgil. «Venerdì abbiamo in programma un altro incontro in Prefettura per discutere della vertenza» spiega «e in quella sede chiederemo anche il ritiro del bando di gara da parte della Fondazione Musei civici. Abbiamo consultato inoltre i nostri legali e ci opporremmo alla precettazione disposta dalla Prefettura rifacendosi alla normativa esistente per i musei statali, mentre i nostri sono appunto musei civici. Valuteremo se ricorrere alla commissione di garanzia o al Tar. Inoltre protocolleremo in Comune i nomi di tutti i 450 dipendenti attuali che prestano servizio nei musei civici, in modo che non ci si possa dire poi che non servono o sono in sovrannumero. Non si capisce perché, nonostante il nuovo Codice degli Appalti, la clausola di garanzia alla riassunzione valga in Partecipate comunali come il Casinò o Veritas e non per i Musei civici. C’è evidentemente una volontà politica di non applicarla da parte della Fondazione».

Il bando lanciato dall’istituzione per i servizi museali non è ancora completo, perché mancano ancora quelli relativi a bookshop, pulizie e caffetteria. Ma l’atmosfera resta ancora di forte tensione, perché a rischio c’è il posto di lavoro di dipendenti che prestano servizio da molti anni all’interno delle raccolte civiche. Pende anche un’interpellanza già presentata dalla consigliera comunale Monica Sambo a nome del gruppo Pd che chiede proprio una modifica del capitolato inserendo una vera e propria clausola sociale.

Enrico Tantucci

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