«Musei più moderni e a misura di disabile»
L’imperativo è svecchiare l’ambiente culturale, rendendo i musei più fruibili dal pubblico, fucina e laboratorio di idee e unicità, ispirandosi a New York e Parigi, tanto per fare un esempio. I Musei Civici 2.0 diventeranno smart, sulla scorta di quanto si fa già da anni nelle grandi città del pianeta, che sebbene non abbiano il concentrato di patrimonio di cui vanta Venezia, sanno valorizzare la propria storia e cultura. Maria Cristina Gribaudi, neopresidente della Fondazione, ieri in commissione consigliare a Mestre assieme alla direttrice Gabriella Belli e all’assessore al Turismo Paola Mar, ha rivelato alcune linee guida per i prossimi anni.
L’obiettivo è trasformare i musei veneziani in luoghi accoglienti, intercettare la domanda di giovani e donne (la presidente sta facendo rete e hanno risposto all’appello moltissime associazioni di donne, tra cui quelle della Silicon Valley), ma anche dei disabili, prevedere un “menù bambino”, un posto dove cambiare il bebè, distributori d'acqua, una connessione veloce per collegarsi e attendere in fila mentre si fa il biglietto. «Ho girato i musei delle città del mondo con i miei figli», ha spiegato «e lì questo è la normalità».
Fruibilità. «Per raggiungere un maggior pubblico e cambiare la visione del museo», spiega, «è evidente che si deve lavorare sulla fruibilità». Che significa anche servizi e barriere architettoniche. «Stiamo studiando assieme alle associazioni dei disabili come intervenire e dove intervenire in 11 musei per migliorare l'accessibilità. Non è facile perché tutto va fatto in accordo con la Sovrintendenza». I casi più difficili sono il Correr (dove si sale con l’ascensore) e ancor di più Palazzo Mocenigo, che presenta parecchie difficoltà. I progetti operativi sono in corso d’opera, la speranza è di farcela entro il 2018. «Qualche giorno fa sono venuti a farci visita dei bambini con problemi uditivi e sensoriali», fa sapere Gribaudi. Anche per loro si stanno studiando percorsi ad hoc e si lavora su Palazzo Ducale proprio in questo senso.
Gradimento. La Fondazione ha firmato un accordo con una startup di H-Farm, la quale ha creato un algoritmo in grado di intercettare i “rumors della rete” e far sapere in tempo diretto il reale gradimento del pubblico rispetto a servizi, accoglienza, progetti culturali. La startup si chiama Travel Appeal e lavora con il Travel Appeal Index. «Da un mese a questa parte, abbiamo ottenuto l’87 per cento di gradimento». Insomma, i feed back sono positivi.
Connessione e caffè. L’altro obiettivo è modernizzare i musei introducendo il wi-fi, ma anche trasformare i musei in “salotti” aperti alla città metropolitana, sfruttando le location d’eccezione di cui dispone Venezia: giardini, terrazze, vista sul canale Grande. Il wi-fi sarà in funzione a Ca’ Pesaro e Ca’ Rezzonico entro il 18 giugno, per l’Art Night 2016, poi verrà allargato al resto dei musei. A marzo 2017 scadranno i bandi delle caffetterie dei musei e l’intenzione della Fondazione è quella di rivedere i contratti e adeguarli alle esigenze attuali, in modo da ripensarli per catalizzare il pubblico. In estate verrà avviato un bando di gestione europeo per essere pronti prima della scadenza.
Sicurezza. Miglioramenti quotidiani, senza abbassare la guardia. Rimane alta l’attenzione e la «massima sicurezza», come ha ribadito la presidente. Se serve, bisognerà attendere in coda 20 minuti per venire controllati dai metal detector, avendo però a disposizione servizi adeguati.
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