Musei e attivismo ambientale, 300 studenti veneti protagonisti ad Artivate

Gli studenti veneti hanno trasformato l’M9 in un centro di attivismo ambientale con un happening e una campagna social. Al centro, temi come consumismo, fast fashion e perdita di biodiversità

Mitia Chiarin
Gli studenti che hanno partecipato al progetto
Gli studenti che hanno partecipato al progetto

Musei come spazio di attivismo ambientalista. Trecento ragazzi delle scuole superiori venete hanno partecipato all’atto finale di Artivate (ACT4Earth), il progetto di Fondazione di Venezia e M9 - Museo del ’900, in partnership con Futurevox, startup che aiuta enti no profit, organizzazioni non governative, e movimenti sociali ad aumentare il loro impatto.

Sette classi di istituti della regione ( Barbarigo di Venezia, Ipssas V. Corner di Venezia, Istituto Omnicomprensivo Paritario G. Farina di Vicenza, Isiss Marco Casagrande di Pieve di Soligo, Istituto Mazzotti di Treviso, IIS Algarotti di Venezia e Liceo Artistico Statale Michelangelo Guggenheim di Mestre) in visita, non a caso, al museo del Novecento sono stati improvvisamente ieri verso le 12 richiamati tutti in sala Orizzonti per un happening, ideato e studiato da loro compagni di classe.

È stata inscenata una situazione imprevista, simile a un’esercitazione di sicurezza per condurre i ragazzi nella sala dove è stato proiettato un video, realizzato dagli stessi studenti, dedicato alle conseguenze ambientali del consumismo sfrenato, toccando temi come la fast fashion, il disboscamento e la perdita di biodiversità.

Al termine della performance, è stata lanciata una campagna social per amplificare la portata del messaggio e prolungandone così l’iniziativa.

Ed è stato interessante tastare con mano il coinvolgimento dei giovani su temi evidentemente a loro vicini come quelli del fast fashion, tra i temi della mostra temporanea di Burtynsky in corso nel museo di Mestre.

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