Musei civici, presidio a Palazzo Ducale

La protesta del personale delle cooperative che assicurano i servizi: in 150 partecipano all’iniziativa non autorizzata
Interpress/Mazzega Venezia, 30.07.2016.- lunghe code per entrare a visitare Palazzo Ducale.- entrano 15 persone alla volta
Interpress/Mazzega Venezia, 30.07.2016.- lunghe code per entrare a visitare Palazzo Ducale.- entrano 15 persone alla volta

Black-out ai Musei Civici che sono rimasti tutti chiusi per il secondo giorno consecutivo - con la parziale eccezione di Palazzo Ducale - per lo sciopero del personale delle cooperative (circa 400 persone in tutto) che assicurano i servizi museali: dalla guardianìa alle pulizie, dalle caffetterie ai bookshop, alla sorveglianza. Una parte di essi venerdì si era anche recata a manifestare in Consiglio comunale. Percentuale di adesioni ieri anche superiore - a quanto affermano i sindacati - a quella del giorno precedente, stimata nell’80 per cento dei lavoratori. Con circa 150 di essi che si sono recato ieri mattina in presidio volontario e non autorizzato a Palazzo Ducale, l’unico funzionante, sia pure con limitazioni con il personale al lavoro ridotto e concentrato nel museo più importante e visitato di tutto il circuito cittadino. Le porte del Ducale si sono infatti aperte solo alle 11 e l’ingresso dei visitatori è stato contingentato e limitato a piccoli gruppi ogni mezz’ora.

Sul posto è infatti intervenuto anche un cordone di agenti di polizia per evitare assembramenti e, successivamente, anche i vigili del fuoco, chiamati dallo stesso personale per verificare che non ci fossero problemi di eccessivo accalcarsi di persone alle vie di fuga. Uno sciopero “preventivo” per la volontà già annunciata dalla Fondazione Musei Civici e dal sindaco Luigi Brugnaro che ne è il vicepresidente, di non inserire più nel nuovo appalto dei servizi - che sarà bandito a marzo - la clausola di salvaguardia sociale che garantisce comunque la riassunzione del personale attuale, indipendentemente dal fatto che ad aggiudicarsi la commessa possa essere un altro consorzio di imprese.

Per la Fondazione e il sindaco, alla luce delle nuove normative sul lavoro - dal nuovo Codice degli Appalti, al Jobs Act - la clausola non potrebbe essere più inserita, ma lavoratori e sindacati contestano questa posizione, anche alla luce della realtà di altri musei come gli Uffizi (ne riferiamo a parte) che continuano a inserirla nei nuovi appalti.

Il timore di sindacati e dipendenti è che il nuovo appalto - che la Fondazione ha già annunciato di voler cambiare profondamente, cominciando dal non retribuirlo più sulla base di una percentuale riconosciuta sulla base degli incassi museali, ma pagandolo direttamente - possa essere per la Fondazione Musei Civici l’occasione per selezionare il personale, non riassumendolo in blocco, ma limitandosi solo a quello più qualificato e attingendo per un’altra parte a giovani qualificati che possano essere assunti con le procedure agevolate previste dal Jobs Act. Per questo l’atmosfera resta molto tesa e i sindacati annunciano già nuove possibili iniziative di lotta se la posizione della Fondazione e del sindaco sul nuovo appalto dovesse rimanere la stessa. Per l’istituzione anche un danno economico per i mancati incassi di due giorni del sistema museale, anche se l’apertura comunque garantito di Palazzo Ducale - la “gallina dalle uova d’oro” del sistema - ha comunque limitato i problemi.

Enrico Tantucci

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