Musei Civici efficienti, ma poco “produttivi”. Manca il rapporto con la comunità locale

Presentato il rapporto internazionale dell’Oecd sulla Fondazione. Responsabile anche il Comune che non dà abbastanza autonomia 
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. TURISMO DI PASQUETTA SOTTO LA PIOGGIA TURISTI SI RIPARANO SOTTO IL PALAZZO DUCALE
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. TURISMO DI PASQUETTA SOTTO LA PIOGGIA TURISTI SI RIPARANO SOTTO IL PALAZZO DUCALE

VENEZIA. Una realtà culturale efficiente e ben organizzata, che però non svolge ancora un ruolo «produttivo» e di stimolo sociale per il territorio in cui è inserito e che è in parte condizionata nelle sue scelte dal Comune di Venezia che lo controlla.

È la «fotografia» della Fondazione Musei Civici Veneziani (Muve) scattata dal rapporto dell’Oecd -l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, che riunisce 36 Paesi - che ha dedicato al sistema museale veneziano uno dei 4 casi di studio italiani sul rapporto tra il patrimonio culturale e lo sviluppo locale ad esso legato.

Dal rapporto la Fondazione Musei Civici esce promossa a pieni voti per ciò che riguarda il suo funzionamento e il livello delle sue iniziative culturali, ma non per ciò che riguarda le ricadute di esse sul territorio e l’impatto che hanno sulla comunità veneziana per il miglioramento della propria qualità della vita.

«Il Muve tende a vedersi più come un’istituzione strettamente culturale che come qualcosa d’altro», sottolineando ad esempio come non abbia ancora deciso di giocare un ruolo nel campo della salute e della riabilitazione sociale.

Si punta soprattutto a intercettare una fetta più consistente possibile delle presenze turistiche che arrivano a Venezia. Sempre secondo il rapporto dell’Oecd, nel 2017 i Musei Civici hanno intercettato il 38 per cento di tutti i turisti in arrivo a Venezia che hanno pagato un biglietto per visitare un museo o una mostra, seguita con il 32 per cento da chiese a pagamento e musei diocesani.

Degli oltre 2 milioni e 300 mila visitatori dei Civici, oltre il 60 per cento hanno scelto Palazzo Ducale, che monopolizza la scena. L’Oecd ricorda come per secoli Venezia sia stata una città creativa, con ricadute produttive anche sulle attività artistiche. Per quanto riguarda la Fondazione Musei, l’unico rapporto con la produzione artistica locale ora riguarda il vetro con il museo di Murano.Ma la «colpa», secondo il rapporto è anche del Comune «che non sembra essere convinto della necessità per i musei di giocare un ruolo importante nella promozione di produzioni creative al di là del vetro».

L’Oecd mette anche in evidenza la difficoltà di collaborazioni tra le istituzioni culturali veneziane che sarebbe preziosa anche per il Muve, per la forte concorrenza esistente tra di loro. Ed è critico sullo sforzo supplementare che il Comune ha richiesto - a costo zero - ai Musei Civici per le nuove iniziative espositive lanciate a Mestre con il Candiani e a Forte Marghera.

Senza finanziamenti aggiuntivi - che potrebbero per l’Oecd arrivare anche dall’istituzione di una tassa sugli escursionisti - si rischia solo di indebolire il Muve nelle sue attività.

Tra le raccomandazioni finali del rapporto indirizzate al Muve c’è quella di svolgere un ruolo più attivo nel rapporto tra le sue raccolte e gli operatori locali che ad esse potrebbero essere collegate. Ma anche di mettere uno stop agli alti prezzi che limitano le visite. Sottolineata anche l’esigenza di una collaborazione sistematica con altri musei per iniziative comuni.

Al Comune, invece, l’Oecd, chiede di non interferire con le strategie del Muve pur incentivando le iniziative culturali anche sul territorio, cercando anche di intercettare gli studenti universitari residenti. Ma con più risorse per fare le proprie politiche. —
 

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