Muro umano in spiaggia per fermare le ruspe
JESOLO. Qualcuno ha evocato la contestazione di piazza Tienanmen contro i carri armati del governo cinese. In Pineta a Jesolo, ieri mattina, albergatori e clienti degli hotel della zona si sono piazzati invece davanti agli autocarri e ai camion che trasportavano la sabbia al lido Est fino a farli desistere. I lavori li finiranno in un giorno più tranquillo. A giugno iniziato, fine settimana della Pentecoste che terminava proprio ieri, non è stato più tollerabile vedere ancora i mezzi che andavano su e giù per terminare il ripascimento dell’arenile che è la croce di questo tratto del litorale. Così sono riusciti con il loro corpo a fermarli per permettere ai turisti di fare il bagno e restare sulla spiaggia a godersi questa vera prima estate 2014.
Da ieri sera, si torna alla normalità con tutte le partenze, ma in Pineta è ancora più dura perché tra la spiaggia ancora da completare e la zona più lontana dal cuore del lido, le prenotazioni sono una conquista mai sicura. «Non siamo riusciti più a tollerare quel via vai», spiegano alcuni degli albergatori ribelli che si sono posizionati davanti ai mezzi, «c’erano addirittura dei bagnanti che oltrepassavano le zone recintate per i lavori, con rischi enormi. Non è possibile trovarsi ancora in queste condizioni dopo anni in cui la spiaggia della Pineta viene regolarmente dimenticata da tutti e lasciata per ultima in tutto, anche nei lavori di ripristino della sabbia. Siamo stati molto penalizzati in un periodo così delicato».
Nei giorni scorsi gli stessi albergatori si sono ritrovati all’Hotel Ermitage dei Rivella per discutere l’affidamento a un legale di una causa risarcitotria nei confronti del Comune di Jesolo. Si cerca di capire se ci sono gli estremi per una causa civile e l’avvocato Piero Santin è già al lavoro nel suo studio. Il ripascimento dovrebbe terminare per la prossima settimana, anche se molte delle date sono finora slittate anche per scongiurare ogni rischio di mareggiata dell'ultimo minuto. Intanto, c’è persino chi adombra sospetti e paure per i ripascimenti del futuro, visto il coinvolgimento nelle inchieste veneziane del Consorzio Venezia Nuova che opera per il Magistrato alle Acque. La Pineta attende da decenni lavori strutturali. Moreno Buogo ha proposto i reef ball, barriere coralline artificiali, mentre il Comune ha esaminato con il Magistrato alle Acque delle strutture subacquee speciali, dighe sui fondali che avranno costi notevoli e di questi tempi, parlare di lavori pubblici e certi importi davvero da paura.
Giovanni Cagnassi
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