«Murano sia dichiarata area di crisi»

La richiesta di Zoppas (Confindustria): imprese falcidiate dalla vicenda sgravi e concorrenza sleale: il Governo ci aiuti
Di Enrico Tantucci
GIORNALISTA: Carrai.AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Università Ca' Foscari Mestre.DESCRIZIONE: Top 500, le imprese di Venezia e provincia - nella foto Matteo Zoppas, pres. Confindustria Venezia
GIORNALISTA: Carrai.AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Università Ca' Foscari Mestre.DESCRIZIONE: Top 500, le imprese di Venezia e provincia - nella foto Matteo Zoppas, pres. Confindustria Venezia

Il vetro di Murano, in forte difficoltà sotto la doppia spinta della crisi economica che sta mettendo in ginocchio l’isola e della concorrenza sleale del prodotto contraffatto - che ormai imperversa a Venezia e sull’isola - chiede aiuto al Governo. Con provvedimenti concreti, come il riconoscimento dello stato di crisi, la costituzione di una zona franca sul piano fiscale, un aiuto concreto sulla partita degli sgravi contributivi giudicati illegittimi da Bruxelles, che pesano come un macigno sui conti delle aziende.

L’audizione. Se n’è discusso ieri in un’audizione di fronte alla Commissione Attività Produttive della Camera - guidata dal presidente Guglielmo Epifani, ma con la significativa presenza del viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova - e a cui erano presenti tutti i soggetti interessati: il presidente del Consorzio Promovetro Luciano Gambaro, il segretario della Confartigianato Gianni DeChecchi, rappresentanti di Confindustria Venezia, Camera di Commercio, Comune (con gli assessori allo Sviluppo Economico Simone Venturini e al Commercio Francesca Guzzon) e associazioni sindacali, oltre ai parlamentari veneziani Andrea Martella, Michele Mognato, Davide Zoggia, Emanuele Prataviera e Marco Da Villa.

I numeri della crisi. La fotografia presentata dall’Associazione degli industriali parte dai dati della Camera di Commercio, che ha rilevato come attualmente siano attive a Murano 263 imprese manifatturiere del vetro e dell’illuminazione: quasi il 10 per cento in meno rispetto al 2009 - di cui il 90 per cento ha piccolissime dimensioni. Negli ultimi sei anni sono ben 125 le imprese che hanno cessato e, allo stato attuale, 17 sono in procedura concorsuale. In questa situazione, oltre alla crisi economica, si innesta la vicenda degli sgravi Inps: il recupero della quota capitale effettuato nel 2016 ha “pesato” per quasi 6 milioni di euro sulle imprese muranesi e altrettanti (se tutto dovesse andare per il meglio) dovranno essere corrisposti, a titolo di interessi, alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.

La richiesta al governo. «La crisi generale» dichiara Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia Rovigo - la concorrenza (specie quella sleale) e i sovra costi di un contesto disagiato stanno portando a morire le imprese di Murano. Insieme ai referenti della sezione Vetro chiediamo che vi sia la dichiarazione di Area di crisi non complessa o la costruzione di una Zona franca urbana con interventi forti sul carico fiscale e sul sostegno agli investimenti per invertire la direzione della spirale che si è innescata recuperando lavoro ed occupazione. L’Ue deve recepire che per salvare un patrimonio comune occorre uno sforzo sopra la norma. È necessario che il Governo - conclusa la vicenda del recupero degli sgravi e sempre che permanga un tessuto industriale – s’impegni con Bruxelles per stabilire un periodo di “adattamento” più lento ai vincoli e alla rincorsa alla produttività. Senza questi interventi l’isola che il Doge aveva destinato alle fornaci affinché non stessero nella città, potrebbe perdere ogni attività manifatturiera; lo stesso destino che ha subito Burano dove non esiste più nessuna merlettaia ed i merletti che si vendono ai turisti sono fatti in Cina».

Tavolo di confronto. Dal Governo - tramite il viceministro Bellanova - l’impegno ad aprire un tavolo di confronto sulla questione di Murano e anche ad accettare un atto di indirizzo che sarà presentato dai parlamentari Pd, che recepisca i punti sollevati, partendo dalla lotta alla contraffazione, al rafforzamento del marchio, alla costituzione di una zona franca».

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