Murano, il vetro falso supera il fatturato di quello originale

Il grido d’allarme di Promovetro, un opuscolo stampato in sessantamila copie per sensibilizzare la popolazione

MURANO. «Il falso vetro di Murano fattura già di più quello originale, attualmente quantificabile - ha detto Gambaro - tra i 150 e i 180 milioni di euro per la sola parte produttiva, senza considerare quella commerciale. Ma soprattutto crea discredito in tutto il mondo nei confronti di questo settore. Per questo abbiamo deciso di lanciare una grande campagna informativa e morale nei confronti dei Veneziani, per metterli al corrente della situazione, scuotere le loro coscienze e far capire che il danno economico e di immagine sempre maggiore, è di tutta la città». (nella foto, bomboniere realizzate dai maestri vetrai di Murano già in mostra all'Istituto Veneto)

Così Luciano Gambaro, presidente del Consorzio Promovetro - che raccoglie la maggior parte delle aziende muranesi - ha presentato ieri, nelle sale del cinema Rossini l’opuscolo di dodici pagine che nei prossimi giorni, stampato in 60 mila copie, arriverà in tutte le case dei residenti del centro storico, Giudecca, Lido e Murano. 

Lo slogan «Murano Venezia. Mille anni di storia: vogliamo davvero buttarli via?» affiancato ad un’immagine di due pezzi di vetro muranese gettati tra i rifiuti, insieme al gonfalone di Venezia, sono i simboli della campagna per tutelare il marchio registrato “Vetro artistico Murano”. Una campagna che sarà rafforzata anche via web e attraverso i principali social network, cone Facebook, Linkedin e Twitter, tra gli altri, per darle anche una dimensione internazionale.

Un’iniziativa che intende far luce sulla filiera del vetro contro chi specula sull’immagine dell’artigianato artistico di Venezia. Non a caso una delle pagine dell’opuscolo si intitola «Traditi dalla nostra gente», e fa riferimento a chi a Venezia e a Murano vende vetro importato, soprattutto dalla Cina, spacciandolo per muranese.

«Ogni lunedì - ricorda Gambaro - si vedono arrivare a Murano gli scatoloni con il marchio made in China. In città la confusione sul vetro è ancora molta e Murano dice basta. Sia chiaro, non vogliamo obbligare la gente a non comprare vetro che non abbia il nostro marchio, ma vogliamo che questo acquisto sia consapevole».

«Questo - ha commentato anche il segretario di Confartigianato Venezia, Gianni De Checchi - è un pugno in faccia forte, dettato da un infinito amore per Venezia e per il vetro». Attualmente circa l’80 per cento delle aziende muranesi ha aderito al marchio registrato sulla certificazione d’origine del vetro e tra gli assenti diversi «big» del settore, a cominciare da Venini. «Avranno i loro motivi di carattere commerciale», commenta Gambato.

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