«Murales dei migranti, ora basta»

San Donà. Zaccariotto: dobbiamo ribellarci tutti. L’assessore Murer: sono integrati nella vita della città
LAMANTEA - DINO TOMMASELLA - SAN DON A' - IL MURALES NEL PARCO AGORA' IN CORSO D'OPERA
LAMANTEA - DINO TOMMASELLA - SAN DON A' - IL MURALES NEL PARCO AGORA' IN CORSO D'OPERA
SAN DONÀ. «Non possiamo accettare dei rifugiati a dipingere un murales in pieno centro, la città si deve ribellare». Francesca Zaccariotto parla già come una candidata a sindaco nella sua città che continua a ribadire di non aver mai lasciato, neppure dopo la presidenza della Provincia, l’assessorato a fianco di Brugnaro. Da qualche giorno circa 40 migranti sono stati coinvolti in questo progetto contro il degrado, al parco Agorà dietro il municipio, dipingendo i muri per coprire il degrado. «Questo è il degrado che ha lasciato il Comune», incalza Zaccariotto, «nella mia città, nella città dei sandonatesi come me. Posso capire se fossero stati chiamati dei grandi artisti, dei nomi importanti tra i pittori della città, che ne so un Adriano Pavan e altri. Non certo dei richiedenti asilo che nulla hanno a che fare con San Donà. Un fatto terribile. Hanno messo all’asta la bella voliera degli uccelli, mentre non si accorgono delle bande che girano attorno al parco, dei vetri sporchi agli uffici Urp, le ragnatele. San Donà ormai non sarà più dei suoi cittadini con la gente che si vede in giro. Era la città dei fiori, premiata dal ministero dell’Interno. Non quella che vediamo oggi».

Il sindaco, Andrea Cereser, per il momento non risponde. Il progetto è un grande murale, di quasi 100 metri quadrati di superficie, sulla parete del Caffè Letterario che dà sul parco Agorà. Verrà realizzato dai rifugiati dello Sprar a San Donà. È la prima tappa del progetto “Impronte Future”, presentato dall’assessore alle Opportunità sociali Maria Grazia Murer, in collaborazione con le cooperative Il Villaggio Globale e Coges Don Lorenzo Milani, con intervento rispettivamente di Fabia Soligon e Paolo Sola, e con l’associazione Kantiere Misto, rappresentata da Marco Tuono e Marzia Val.

I rifugiati del progetto Sprar, circa 40, tutti di sesso maschile, provengono da aree di gravissime crisi quali Afghanistan, Pakistan, Siria, Sierra Leone, Corno d’Africa, Sudan. Lo stesso soggetto del murale, che colorerà un muro grigio imbrattato da scritte, è stato definito insieme a loro, attraverso specifici workshop. Avrà uno sfondo naturalistico, rappresentando verde, montagne, cielo.

«San Donà ospita da quasi due anni rifugiati e nessuno si è accorto della loro presenza», , dice l’assessore Murer, e «ammontano a zero i reati o le eventuali denunce a loro carico. Sono invece protagonisti attivi nella tutela della città. Tanto per citare le ultime esperienze, hanno adottato la ciclabile di Calvecchia pulendola due volte a settimana. E hanno collaborato, sotto la pioggia, all’allestimento delle Giornate dell’Arcobaleno. Inoltre frequentano corsi di italiano e di sicurezza, ai fini della loro integrazione. Assolvono quindi a un ruolo di cura della città, che dovrebbe essere sentito da tutti, residenti o rifugiati che siano». Un’altra San Donà non li vede per nulla in modo negativo, tanto che da stasera collaboreranno anche alla festa del Pesce promossa da Cose Agency in golena per la pulizia dell’area.

Giovanni Cagnassi

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia