Muore soffocata da una fetta di prosciutto

Cena fatale per una 58enne di Chioggia al casinò Park di Nova Gorica in Slovenia. La tragedia domenica 6 febbraio: la donna era in compagnia del marito, è stata subito soccorsa ma non c’è stato nulla da fare
In alto Gabriella Manfredi detta Sandra morta a 58 anni al casinò Park di Nova Gorica (altra foto)
In alto Gabriella Manfredi detta Sandra morta a 58 anni al casinò Park di Nova Gorica (altra foto)
CHIOGGIA. «Morta soffocata da una fetta di prosciutto? Non ci credo. Per me è stato un infarto». Da qualche giorno, a Chioggia, è facile sentire frasi del genere, passando vicino ai crocchi di persone che si radunano di fronte alle tabelle delle epigrafi. A destare lo stupore e la partecipazione della gente è la sorte toccata a Gabriella Manfredi, più conosciuta col nome di Sandra, una donna di soli 58 anni (ne avrebbe compiuti 59 a maggio) che, appunto, ha perso la vita in questo modo, mentre si trovava, insieme al marito, al Park, noto hotel e casinò della Slovenia, a due passi dalla frontiera italiana. Un boccone di prosciutto crudo andato di traverso, che non ha lasciato scampo alla donna, nonostante l'intervento del personale sanitario del casinò.


In pochi attimi quella che doveva essere una serata spensierata, tra una giocata e un ballo in compagnia, si è trasformata in un dramma. Le trasferte in Slovenia sono, ormai, un'abitudine per i chioggiotti. Ogni giorno un pullman, ma nei week end anche due o tre, parte per i locali oltrefrontiera. La formula è allettante: con 20-25 euro l'organizzazione offre viaggio e pranzo (o cena, secondo l'orario) e un buono per le prime giocate. A conti fatti il viaggio è praticamente gratis e i chioggiotti, innamorati del gioco in tutte le sue forme, non sono stati clienti difficili da conquistare. Anche Sandra e il marito facevano parte di questi gruppi e facevano la spola in giornata tra Chioggia e la Slovenia. Lui pensionato dell'Asp da quattro o cinque anni, lei casalinga (ma da giovane aveva lavorato in uno dei panifici di famiglia), ormai si godevano la vita, secondo le loro possibilità. Gli abitanti del centro storico li vedevano sempre insieme, anche solo per fare la spesa, e insieme si concedevano queste gite «fuori porta», più per il piacere di stare in compagnia che per il gioco vero e proprio.


Il 6 febbraio doveva essere una di quelle domeniche spensierate in cui non importava vincere o perdere, ma trascorrere del tempo in serenità: un elisir di lunga vita che avrebbe dato la carica per gli anni venire. Invece il destino ha beffato Sandra e il marito proprio nel momento della loro spensieratezza.

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