Muore padre di famiglia di Cavarzere

Lo scontro ieri alle 8 ad Anguillara Veneta è costato la vita al 38enne. Dopo due ore si è schiantata una giovane cassiera

ANGUILLARA VENETA. La stessa strada, la stessa dinamica, la stessa tragica fine. E un’ombra inquietante: quella scia di carburante sull’asfalto che sembra essere una delle principali cause di due vite spezzate. La provinciale 1 "dell’Adige" si è trasformata ieri mattina in una trappola mortale: nel raggio di tre chilometri e di appena due ore un operaio di Cavarzere e una giovane madre sono morti nello scontro con due mezzi pesanti. Il primo incidente è quello che è costato la vita a Bledar Asamataj, 38 anni, operaio albanese residente a Cavarzere, sposato con tre figlie piccole. L’uomo era al volante della sua Seat Arosa e stava viaggiando in direzione di Boara Pisani lungo la provinciale che costeggia l’argine dell’Adige. Arrivato all’altezza del rettilineo che intercetta il civico 40 di via Pizzoni, il trentottenne ha perso improvvisamente il controllo della sua auto: la Seat ha invaso la corsia opposta è si è schiantata violentemente nella parte posteriore sinistra con un camion Mercedes Actros 2544, condotto da M.S., 41 anni di Stanghella.

L’auto avrebbe fatto in tempo a compiere un giro su se stessa per poi schiantarsi con la parte anteriore contro il guardrail che costeggia la carreggiata. Asamataj è morto praticamente sul colpo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polstrada di Piove di Sacco, della polizia locale e i vigili del fuoco di Este e di Rovigo.

A soli tre chilometri di distanza e dopo appena due ore, la provinciale si è tinta nuovamente di sangue. E’ stato quasi un incidente-fotocopia quello che ha ucciso Guendalina Bacchiega, 37 anni, cassiera di Masi e mamma di due bambini di tre e sette anni. La donna era a bordo della sua Fiat Idea e stava procedendo verso Anguillara Veneta. A giocare un ruolo fatale alla donna è stata l’uscita da una curva: è lì che la Fiat ha abbandonato la sua corsia per finire su quella contraria. E anche in questo caso il destino è stato inclemente: davanti, la piccola monovolume si è trovata l’autocisterna della Contrame di Mestre, un Volvo Fh 12460 guidato da V.B., quarantanovenne di Salzano. «Ho visto chiaramente che si è accorta di quello che stava accadendo», sono le parole forti del camionista, che ha tentato in tutti i modi di evitare lo schianto, «Si è resa conto che non c’era più nulla da fare dopo la sterzata: dopo lo scontro, la sua Fiat è finita contro il guardrail che dà sul fiume. Sono sceso e sono corso subito da lei. Ha fatto in tempo ad alzare il capo per qualche secondo, poi ha smesso di respirare. Non correva, ne sono sicuro, e non riesco a capire come sia finita nella mia corsia». La stessa autocisterna - che viaggiava senza carico - è finita fuori strada, adagiandosi su un lato.

Due incidenti fotocopia e sotto accusa la scia di gasolio che complice la pioggia ha reso la strada una pista per calcio saponato. Le scie di carburante erano ben visibili visto il loro effetto "arcobaleno" sull’asfalto bagnato, in modo particolare nei punti in cui sono avvenuti i due incidenti mortali.

Nicola Cesaro

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