Muore in attesa di un trapianto

Portogruaro. Il 47enne doveva ricevere un nuovo fegato ma non ce l’ha fatta. Lascia moglie e figlia
© foto Gavagnin 2013 riproduzione vietata roberto rosetti dec
© foto Gavagnin 2013 riproduzione vietata roberto rosetti dec

PORTOGRUARO. Muore in ospedale in attesa di un trapianto di fegato. La malattia è stata più veloce e ha stroncato la giovane vita di Roberto Rosetti, 47 anni, residente in via Zambaldi 47 a Portogruaro. L’uomo lascia nel dolore la moglie Maria Luisa, la figlia Agnese, i genitori Giuseppe Annamaria, le sorelle Giordana e Valentina; il fratello Sergio. Prima muratore, poi bidello molto ben voluto da insegnanti e studenti in molte scuole del Veneto orientale, Roberto Rosetti verrà ricordato questa sera alle 19.30 nella concattedrale di Santo Stefano a Concordia, dove domani alle 16 verrà celebrato il suo funerale. Poco distante poi, nel cimitero di via San Pietro, le sue spoglie verranno tumulate. Si è deciso di celebrare i riti di addio nella vicina cittadina di origine romana per assecondare un desiderio del padre e della madre, originaria proprio di quella località.

Le condizioni fisiche di Rosetti si erano aggravate, pressochè irrimediabilmente, nell’ultimo mese. Il decorso del male è stato velocissimo. A rendere più doloroso l’ultimo percorso della sua vita è stato il fatto che Rosetti era in attesa di un trapianto. Ma non è mai arrivato il donatore. Come ricorda la moglie, Maria Luisa. «Quella di mio marito è stata una fine repentina, non ci aspettavamo ci lasciasse così presto, così prematuramente. Il trapianto era una speranza di sopravvivenza per lui», ricorda commossa la moglie, «non c’è stato tempo e il destino lo ha strappato troppo presto al nostro affetto». Negli ultimi tempi, per colpa del tumore che lo aveva afflitto, Roberto Rosetti era rimasto disoccupato. La sua è stata una vera e propria via crucis. Per combattere il tumore si era rivolto prima alle strutture ospedaliere della vicina Pordenone, poi a Padova. Era nella città del Santo che era stato prospettato il trapianto come ultimo tentativo per vincere la sua battaglia, era quella l’ultima ancora di salvezza. Quando in via Zambaldi, l’altro giorno, i vicini di casa avevano visto l’ambulanza, avevano capito. Che quello di Roberto sarebbe stato l’ultimo viaggio verso l’ospedale della città del Lemene. Descritto come una persona riservata e schiva, Rosetti era molto altruista e non faceva mai mancare il proprio sostegno in famiglia. Saranno in molti a ricordarlo e a partecipare alle cerimonie in suo ricordo.

Rosario Padovano

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